Non Dualità

da Adi Shamkara – “Upadesasahsri” – Edizioni Asram Vidya

II, 19 – 12. Non c’è alcun essere che appartenga a Me, né Io appartengo ad alcuno, poiché sono senza un secondo. Ciò che è sovrapposto, infatti, non esiste realmente. Invece Io [essendo il Sostrato] non sono sovrapposto, giacché mi si riconosce come preesistente rispetto a ogni sovrapposizione. Al contrario, la dualità è sovrapposta.

Commento – La dualità e l’unità sono rispettivamente oggetto di conoscenza e contenuto di autocoscienza. Entrambe, perciò, hanno natura di sovrapposizione in rapporto alla Non Dualità, la quale, essendo la natura dell’atman, non può costituire né oggetto né contenuto.
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Il rifiuto assoluto. Su “Bartleby lo scrivano” di Herman Melville

di TOMMASO ARIEMMA
[da Kainós, 4/2004]

In uno studio legale di Wall Street, raccolto, modesto, irrompe una singolare figura di scrivano: Bartleby. Tra le sue mura intrise di utilitarismo pronto a salvare il mondo a partire dall’interiorità del singolo – pronto a carpire ogni sua confessione, a capitalizzare ogni suo segreto – irrompe un uomo di poche parole, che non sembra avere, apparentemente, alcun segreto.

L’avvocato, che accoglie Bartleby per averlo al suo servizio, si presenta – è l’inizio del racconto di Melville – come colui a cui spetta il compito impossibile di raccontare la singolarità dello scrivano, che, fin dalle prime righe, così definisce:

[…] fu scrivano, il più stravagante di quanti abbia mai veduto, o di cui abbia avuto notizia. Laddove, di altri scrivani, potrei scrivere l’intera vita, nulla del genere è possibile nel caso di Bartleby. Ritengo non esistano documenti per una completa e soddisfacente biografia di quest’uomo. Il che, per le lettere, è senz’altro un danno irreparabile. Era Bartleby uno di quegli esseri, dei quali nulla è possibile accertare, salvo ricorrere a fonti originali, che in tal caso, sono molto scarse. Quanto i miei occhi attoniti videro di Bartleby, questo è tutto ciò che so di lui, oltre, in effetti, ad una vaga notizia che verrà riferita in seguito .(1)

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Lagioia: “Riportando tutto a casa”

Il romanzo definitivo sugli anni ’80 italiani. “Riportando tutto a casa” (Einaudi) di Nicola Lagioia racconta un periodo storico contraddittorio, pieno di luci e ombre, tra droga, eccessi, corruzione, famiglie “sballate” dalla ricchezza improvvisa e figli abbandonati… La recensione di Affaritaliani.it e la video-intervista all’autore.
di ANTONIO PRUDENZANO

LA VIDEOINTERVISTA A NICOLA LAGIOIA

Un trauma che non ti abbandona più, che ha un effetto immediato, addirittura sconvolgente, e un altro a lungo termine, non meno drammatico. Gli anni Ottanta sono stati anche questo, e Riportando tutto a casa (Einaudi) di Nicola Lagioia, lo dimostra lungo quasi trecento pagine catartiche, in cui altissimo e melma convivono naturalmente e anzi trovano proprio nel loro continuo ibridarsi legittimazione letteraria, come raramente capita nei romanzi italiani.
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Flavio Santi: su “Le teste”

Le-teste di Flavio Santi
[Pubblicato su Gli Altri del 6 dicembre 2009 e su Nazione Indiana il 31 dicembre 2009]

Senza timore di smentita pensiamo di essere stati i primi pubblicamente (sul sito di pordenonelegge.it e su rivista) ad avere preso sul serio Giuseppe Genna quando molti facevano spallucce di fronte ai suoi pseudothriller, incapaci di vedere le orbite di senso che via via si inanellavano come implacabili segnaletiche dei nostri tempi “devastati e vili”, per citare un altro suo titolo di imminente riedizione. Adesso, com’è giusto, Genna è uno scrittore a 360°, di punta, ma non dimentichiamoci che fino a qualche anno fa la maggior parte di coloro che ora fanno carole festanti intorno a lui non esitava a bollarlo riduttivamente come scrittore di genere. Ma questo è il solito malcostume italiano: vizi privati e pubbliche virtù. Memoria cortissima, e doppie verità a go go. Da questo punto di vista scrittori e critici non sono certo meglio dei tanto biasimati politici: sono semplicemente una fetta della grande torta avariata che è l’Italia.
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Guida Cultura Avantpop: sui “Cammelli Polari”

di SALVATORE PIOMBINO
[dalla Guida Supereva alla Cultura Avantpop]

Il volume Discorso fatto agli uomini dalla specie impermanente dei cammelli polari di Giuseppe Genna va a inserirsi all’interno del prezioso progetto editoriale di :duepunti edizioni, ZOO ||| scritture animali, collana curata da Giorgio Vasta e Dario Voltolini, che raccoglie testi di qualità prodotti da una rosa di scrittori italiani contemporanei qui cimentatisi con la forma del racconto lungo e il tema “animale”.
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