“Li vedo procedere a passi e scatti, come gli spastici, sono soltanto umani, questo è il peggio.
Non amano nessuno […]
Fingono di vire la verità, in loro la verità unicamente è finzione, sono compiuti soltanto in questo modo.
Evidentemente non appartengo alla loro specie e me ne cruccio.
Come una rivoltella, quando essa abbia esploso tutti i colpi, non servono più a niente, ma costituiscono un indizio evidente e grave.
A un certo punto accade loro un fatto, drammatico o luttuoso spesso, e incomincia in questi personaggi un processo interiore, è desiderio puro di rivalsa. Cercano un successo. Parimenti sperimentano voracità e terrore. Divengono infrequentabili. Debbo dire che la cosa mi sconvolge ogni volta. Entrano in una festa quando essa è finita, ballano da soli, sono ridicoli o tragici poiché, in fondo, lo sanno”
scrisse Franz Kafka una volta e non a Zürau bensì a Praga, se traduco bene.