La squadra de il Saggiatore


Due parole sul mio lavoro. In questo caso, il luogo di lavoro è un metodo di lavoro, un’intensità intellettiva e sociale ed emotiva. Si tratta del lavoro editoriale: oggi è un privilegio svolgerlo nella sua forma più autentica. Io lavoro a il Saggiatore. Proprio de il Saggiatore sono state annunciate oggi novità e, quindi, posso parlarne. Oggi l’Editore, cioè Luca Formenton, ha comunicato che il direttore editoriale è attivo nella persona di Andrea Gentile, scrittore e intellettuale che tanto stimo. A mia memoria, ma potrei sbagliarmi, si tratta del primo direttore editoriale della casa editrice. Ha 29 anni, credo che si tratti del più giovane direttore editoriale d’Italia (anche qui, però, potrei essere in errore). Insieme a me, il consulente che entra ufficialmente nello staff saggiatoriano è Ferruccio Parazzoli, un altro intellettuale per me semplicemente pazzesco, uno scrittore che stimo immensamente e una delle personalità di punta dell’intero comparto e della storia editoriale di questa nazione (se ne legga l'”Elogio del rischio” apparso quest’anno su Repubblica: http://bit.ly/1pHgm9M). Lascia Mondadori dopo decenni di attività, di scoperte e intuizioni, di azzardi riusciti e di conclamati successi (non solo in qualità di direttore editoriale degli Oscar, per più anni). Esiste un nuovo direttore commerciale presso il Saggiatore, un’altra personalità formidabile con cui ho lavorato altrove nel recente passato: è Piero Rocchi, già a minimum fax (qui ne ammirai strategie e tattiche in occasione dell’uscita di “Fine Impero”). Matteo Battarra, una delle persone con cui maggiormente amo parlare nella mia modestissima quotidianità, è il nuovo responsabile della straniera (è lui a curare il culto David Peace, di cui sono tra i primi adepti – tra l’altro, sta per uscire l’incredibile “Red or dead”…). Il corpo di questa casa editrice è costituito da una insieme di competenze che, francamente, in un’editoria apparentemente in grave crisi, mi rende grato verso chi ha pensato e realizzato un simile staff. Una redazione preparatissima (Paola Sala, Paolo Ortelli, Chiara Girolami e Andrea Morstabilini, del quale si segnalano gli interventi su serie tv Usa presso Serialmente: http://bit.ly/1pHfHFu), l’ufficio stampa alle dipendenze di Alice Farina, l’irradiazione social di Lorenzo Di Giovanni (qui su Facebook: http://on.fb.me/1pHhnPa: dàtegli un occhio), l’ufficio diritti e acquisizioni guidato da Sarah Victoria, la memoria storica saggiatoriana Aurelio Pino, il genio grafico di Creative di Fabrizio Confalonieri (il Saggiatore ha una grafica oramai unificata, saggistica o narrativa che sia, non esistono più “tascabili”, ma al limite riedizioni di titoli in formato trade) – sono, queste, persone con cui ci si confronta continuativamente, su traduzioni e titoli e scelte e letture e scritture in proprio. E’ importante sottolineare che agiscono in questa piccola comunità scrittori in proprio: a vario titolo si contano il caso del sottoscritto, quello di Andrea Gentile (sarà in libreria il 10 settembre il suo “Volevo tutto – La vita nuova”, per Rizzoli: http://amzn.to/1pHf5j1), quello di Ferruccio Parazzoli (sta per uscire, a ottobre, la riedizione del suo memorabile “Nessuno muore”: http://bit.ly/1pHfEtd), quello di Andrea Morstabilini (che al momento sta lavorando a un progetto autoriale di cui sono ghiotto, oltre che a una traduzione di uno storico romanzo fantastico-horror, che immagino farà la gioia di molti appassionati “di genere”). Le persone che lavorano in questa fase storica de il Saggiatore entrano anche nella produzione diretta di quelli che oggi taluni addetti editoriali, in modo abbastanza avvilente, chiamano “i contenuti”. Non saprei cosa chiedere di altro a una casa editrice, in tutta sincerità. Stando a titoli in libreria in questi giorni, credo che si possa apprezzare il lavoro di questo gruppo, per esempio aprendo la massiccia enciclopedia delle voci morti italiani da Piazza Fontana a oggi, a cui Giacomo Di Girolamo ha dato voce storica e narrativa con “Dormono sulla collina” (http://bit.ly/1pHeu0U); o sperimentando il gelido orrore di “Vendetta”, la raccolta di storie della giapponese Yoko Ogawa, una delle massime narratrici viventi (è in libreria tra tre giorni: http://bit.ly/1pHgSEE). Sono soltanto esempi, lacerti di un’elaborazione collettiva a cui sono onorato di partecipare.
Mi raccomando: restate connessi, ché ne arrivano delle belle – non ho detto “pompate”, ho detto “belle”. Opere belle.

da Facebook http://on.fb.me/1CJlsNd

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