June 10, 2015 at 04:09PM


Oggi è il giorno della memoria: una delle indefinite memorie. In questo caso è la memoria di Alfredino Rampi. Il 10 giugno 1981 Alfredino cade nel buco, nel pozzo artesiano. Comincia quel che comincia e finisce come sappiamo: che non finisce più. Ho scritto molto intorno e per Alfredino. Nell’esplicito, pare che abbia scritto solo nel libro intitolato “Dies Irae” (che ora è edito negli Oscar di Mondadori), ma non è vero, qualche giorno fa pubblicavo un post in cui dicevo che sempre e solo ho scritto intorno a e per lui. L’altroieri annunciavo che sto scrivendo con Andrea Gentile un libro, che non so se definire “romanzo di racconti” o di “poesie” o di di “pezzetti di prosa”, dal titolo “BAMBI”. Ecco, uno dei due perni del libro è un pezzo di una pagina su Alfredino e si intitola “Bambino”. Quel perno è la cosa più alta che io sono riuscito a scrivere nella mia esistenza – non so dire se ha un valore artistico, però so certamente che quella pagina pesa molto di più delle tante pagine del libro “Dies Irae”. Dico anche che “BAMBI” esce ai primi di ottobre. Dico anche che, dopo “la vita umana sul pianeta Terra”, è il libro per me più importante dal punto di vista di quella che sarebbe la prosa che ho fatto, mentre l’unico libro importante per me è “Io sono”. Anche in “Io sono” appare Alfredino. Scusatemi tutti.

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