Amiche, amici, sono allegrissimo, così spensierato e disponibile a ridere a ufo che nemmeno un ufo, quindi desidero propinarvi uno sketch davvero memorabile, realizzato all’impronta (da inserire in un casellario pronto per il giorno del giudizio, il quale giudizio si spera non venga emesso in questa paleoneolingua di cui al link) da una coppia che rinverdisce i fasti della grande arte comica, resentante l’avanspettacolo e l’avantpop, che coppie indimenticabili di italiani autentici hanno praticato con successo in epoca spettacolare: Totò & Peppino, Benigni & Troisi, Pasquariello & Gill, i fratelli De Rege, i fratelli Giuffrè. Qui a esibirsi sono Franco Marini & Lucia Annunziata. E’ aprile, il mese più crudele, del 2013, l’anno più crudele, per quella strana formazione teatrale che fu il PD. Franco Marini fu trombato dai suoi stessi sostenitori, qui parla il giorno prima che i sostenitori di Prodi trombino Prodi. Dire che parla è già troppo. Vi invito, se non ad ascoltare tutta l’incredibile perizia semantica e fonica dei due attori dell’intervista (un numero che, come quello della lettera, non perde mai di smalto ed efficacia), almeno un segmento, almeno il primo minuto: annotate mentalmente il Verbo che scorre in questo idioletto strepitoso, i significanti e significati storpiati dalla tensione e dall’Abruzzo, la location, le posture, le infinite gesta onde gli Achei. Fatelo, è un regalo confezionato per voi da quell’Istituto Luce che si chiama Rai, il cui server, vi garantisco, è lentissimo e quindi già vi esaspererà a priori: ma voi resistete, stoici, ché non basterà tutto lo stoicismo del mondo, quando ascolterete e stupirete…
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