Uwe Johnson: “Sono venuto a verificare la diceria che esistono gli USA”

Uwe Johnson (1934-1984 – qui la voce Wikipedia) è considerato uno dei massimi autori della storia tedesca del XX secolo, e in particolare a proposito della divisione della Germania nel Dopoguerra. Il suo primo romanzo, Congetture su Jakob (Mutmaßungen über Jakob), pubblicato nel 1959, segnò il suo ingresso nella storia letteraria della Germania. E’ unanimemente considerata il suo capolavoro la quadrilogia Jahrestage. Aus dem Leben von Gesine Cresspahl, edita in Italia presso L’Orma Editore, con il titolo italiano I giorni e gli anni.

“L’America era una voce che girava”, disse Uwe Johnson in un’intervista al New York Times nel 1966. “Sono venuto qui per verificare la voce”.
Poiché non voleva vivere la quotidianità americana di seconda mano, si impegnò a non arrivare come scrittore o turista. Helen Wolff, la sua editrice americana, gli trovò un lavoro dalle nove alle cinque, presso Harcourt, Brace & World. Gli fu concesso un anno per compilare un’antologia di letture tedesche per studenti delle scuole superiori. Fu pubblicata nell’autunno del 1967 con il titolo Das neue Fenster. Selections from Contemporary German Literature.
Il libro è composto da testi di 21 autori di lingua tedesca, tutti scritti dopo il 1945, che presentano la complessità della letteratura e ne sottolineano la dimensione etica. Johnson esigeva dagli studenti lo stesso impegno che richiedeva ai lettori delle sue opere: partecipare attivamente come lettori e giungere a una conclusione autonoma.

Due romanzi di Johnson furono tradotti in inglese mentre lavorava presso la casa editrice: Il terzo libro su Achim (Das dritte Buch über Achim) e Due visioni (Zwei Ansichten). Helen Wolff si assicurò anche che Johnson partecipasse alla scena letteraria della città e lo presentò a Hannah Arendt. L’apprezzamento di Arendt per Johnson emerge chiaramente in una raccomandazione che scrisse in una lettera a Martin Heidegger nel 1972:

«[Johnson] anni fa scrisse un buon libro intitolato “Congetture su Jakob” e ora sta scrivendo un libro insolito in tre volumi, di cui i primi due sono già stati pubblicati: “Jahrestage”, un libro che sono quasi incline a definire un capolavoro. In ogni caso, è il primo romanzo tedesco del dopoguerra che stimo davvero.»

Hannah Arendt prese Uwe Johnson sotto la sua ala e lo incluse nel suo circolo intellettuale. Grazie a lei, l’autore tedesco conobbe poeti, quali W.H. Auden e Robert Lowell, e critici, come Susan Sontag e Mary McCarthy – voci influenti negli USA, nazione in cui Johnson ardentemente desiderava vivere. Attraverso queste relazioni recuperò il materiale per il suo romanzo successivo, mentre stava ancora lavorando all’antologia tedesca. In pratica, smise di fare l’editor per tornare a essere uno scrittore.

Ora la sua stessa esperienza diventava una fonte di riferimento per le descrizioni del nuovo romanzo: come compilare i moduli per un visto d’ingresso, come prendere la metropolitana, quanto costava un gelato. Johnson impiegò la sua vita a New York in qualità di materiale narrativo a tal punto, che l’indirizzo e il numero di telefono reale della sua famiglia furono attribuiti alla famiglia fittizia dei Cresspahl nel romanzo. Incorporò New York nella narrazione fin nei minimi dettagli, a partire dalla sua routine quotidiana di lettura dei giornali. Creò un archivio dei suoi ritagli di giornale che alla fine riempì 16 raccoglitori. Questi ritagli costituirono la base di ciò che nel romanzo è chiamato “la coscienza del giorno.”

Johnson scrisse un breve saggio basato su questi materiali, pubblicato successivamente con il titolo Ein Teil von New York [Una parte di New York]. Il saggio presentava l’Upper West Side, il quartiere dove viveva la famiglia Johnson. Johnson cercò di catturare il carattere della zona attraverso una serie di descrizioni: caratteristiche geografiche, stato delle strade, differenze dei residenti per razza, religione, reddito e occupazione – bianchi, neri, intellettuali, tuttofare, portoricani, irlandesi, cattolici ed ebrei. Tutto era accompagnato da una quantità impressionante di dettagli: date storiche, notizie locali, osservazioni su scuolabus, insegne al neon e abitanti nelle loro passeggiate domenicali. Il saggio si concludeva con una descrizione dell’“altra” Broadway, sopra la 72ª strada.

Johnson utilizzò lo stesso materiale per sviluppare la sceneggiatura di un documentario sull’Upper West Side: Summer in the City, diretto da Michael Blackwood (pseudonimo di Christian Schwarzwald). Girato in bianco e nero, il documentario seguiva il metodo del Direct Cinema, introdotto da Robert Leacock. La telecamera agiva come osservatore, senza riprese messe in scena a bella posta, e il materiale veniva riprodotto con il minor numero di tagli possibile. L’effetto del film derivava dalla selezione, disposizione e commento delle scene. Questa tecnica corrispondeva all’approccio descrittivo di Johnson, che prestò anche la propria voce per il commento.

Tutti i materiali locali del romanzo erano legati in ogni caso a una costellazione transatlantica. La trama si svolge su due livelli temporali corrispondenti a due luoghi: New York e la provincia tedesca del Meclemburgo. La linea narrativa del presente racconta la vita di una madre single, Gesine, e di sua figlia Marie, nella New York della fine degli anni ’60. Gesine racconta a Marie la storia della sua famiglia, partendo dal 1888, anno di nascita del nonno, fino alla primavera del 1961, quando entrambe arrivano a New York. È una storia privata strettamente intrecciata alla storia tedesca. La madre narra fino al momento in cui Marie è in grado di continuare il racconto autonomamente. Il romanzo rispecchia questa transizione: trasmette la storia della famiglia e ne afferma il valore nel presente narrativo.

Quindici anni dopo, quando Jahrestage fu finalmente completato, Johnson scrisse la durata del lavoro sull’ultima pagina:
«29 gennaio 1968, New York, N.Y. – 17 aprile 1983, Sheerness, Kent.»

Quando aveva lasciato New York nel 1968, aveva 47 pagine nel bagaglio a mano. Nella sua mente portava un’immagine della città e una visione dell’America.

Questo intervento ha per autore Holger Helbig, professore di Letteratura Tedesca Moderna del XX secolo presso l’Università di Rostock, dove dirige l’Uwe-Johnson-Archiv. È responsabile del progetto dell’Accademia delle Scienze di Berlino-Brandeburgo per l’edizione delle opere complete di Uwe Johnson.


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