di EMMA
Premessa: Come potete vedere dalla fotografia qui a sinistra, ho superato me stessa nella totale imperizia. Comunque vi giuro che 1) non soffro di delirium tremens, 2) nonostante l’orario ero completamente digiuna (anche perché sono astemia), 3) si tratta di Giuseppe Genna che presenta il suo ultimo romanzo, Dies Irae, alla fnac. Anzi, ascolta Igino Domanin (dietro il ciuffo della tipa davanti a me, ma si intuisce la cravatta) che ne sta parlando, del suo romanzo.
Seconda premessa: Dies Irae mi è piaciuto un mondo. Settecentocinquanta pagine lette tutto d’un fiato in pochi giorni perché è ve-ra-men-te bel-lo (qualche trucco per rendere ancora più avvincente e piacevole la lettura c’è). Quindi non voglio parlare del libro qui, ma solo dell’evento "mondano" (che parolone), insomma della piccola occasione secolare (il lessico religioso ci sta, visti i toni del libro in questione): l’incontro tra l’autore e alcuni suoi effettivi o potenziali lettori.
Pubblico: Una volta ammesso che io, ovviamente, non conosco nessuno (scopro adesso che, per esempio, c’era Marco Candida), mi pare il caso di riferire che c’era la mamma dell’autore (una signora carina, con lunghissimi capelli rossi, un gonnellone, uhm, sul grigio mi pare, e un’aria un po’ preoccupata – la capisco, lei c’è nel libro – oltre che timidamente modesta) e il "capo" dell’autore, Stefano Magagnoli (editor della narrativa italiana alla Rizzoli) (un tipino mingherlino bruttino sciattino ma pur sempre il capo, eeeh).
Svolgimento: Giuseppe Genna in forma (è dimagrito! finalmente! per chi ha letto il libro, ciò ha il suo senso) indossa la sua maschera di buffone* e si parte. Presentazione di Igino Domanin.
Digressione: Allora io, con Igino Domanin, mi succede una cosa strana. Quando lo leggo, sogno la sua estinzione scrittoria. Quando lo vedo e lo sento (sempre in presentazioni varie, qua e là, poi c’è anche all’università), lo adoro. E’ la simpatia incarnata, c’è poco da fare.
Ripresa dello svolgimento: Domanin comincia dunque a riassumere esegeticamente il romanzone e, ovvio, lo fa bene. Legge uno dei passi migliori, quello sul fondatore della psicofonia. Genna riprende la parola e racconta un sacco di aneddoti, su Clarence, la gente che s’incontrava uscendo da Clarence, i cui uffici stavano sul marciapiede opposto, in via Torino (come se non sapessimo che Milano è una città minuscola dove incontri tutti in un fazzoletto di cemento e smog, soprattutto in quel fazzoletto di cemento e smog – ma Genna veniva da Calvairate! Ne va anche fiero, ora), Montecitorio e la missione OMISSIS (come se non fosse risaputo che è stato chiamato da Irene Pivetti, con annessi e connessi, tra l’altro Irene P. è l’unica su cui tace totalmente nel suo, ma sì, chiamiamolo pure così, memoriale), Smaila e la Sardegna e varie altre cose, e sceglie di leggere un pezzo pirotecnico, forse il più comico (ce ne sono altri stupendi, sempre nelle sezioni autobiografiche). Asserisce che lui riconosce come scrittori contemporanei di riferimento: Evangelisti, Wu Ming, Mozzi, Domanin, "insomma la leggibilità".
Domande del pubblico: Dopo questa dichiarazione, sollecita domande sulla letteratura e, diligentemente, una ragazza bionda davanti gli chiede di McEwan ("mi sono appena laureata su McEwan") nonché su Heidegger e la verità. Genna ribadisce: "McEwan è uno stronzo" e ri-racconta (va be’, fa morire!) l’incontro con lo scrittore in Svizzera durante una cena organizzata dal suo editore tedesco, Diogenes Verlag. Meno male, su Heidegger e la verità, tace (che ero già pronta a svignarmela). E qua, la domanda a sorpresa, fatta da una vecchietta davanti: "Scusi, ma nella blogosfera, dicono che nella collana che lei cura… – No, io non curo questa collana, sono solo un collaboratore – Sì, in quella collana interessata al mondo di internet, oltre al prossimo libro di Luca Sofri, ci dovrebbe essere anche un noto blogger, dicono… " Genna trasecola: "Ma, non ci posso credere, la blogosfera arriva fin qui!" Boccheggia, letteralmente. Poi aggiunge: "Ah io non ne so niente, forse si tratta di Leonardo Colombati, perché in effetti è prevista l’uscita di un libro di Leonardo Colombati nella collana, altrimenti, no, non ho idea, ho sentito, sì, un gossip da Roma… ma tutto qui."
Dopodiché, la Fnac comunica che si deve sfollare (è giunto l’orario di chiusura del megastore).
Dunque, il noto blogger che…, un gossip da Roma… vediamo un po’ la lista dei papabili… Be’, sì, un romano c’è. Ok.
*"Sto allenandomi a comporre i tratti della maschera buffonesca dietro cui mi nasconderò tra un decennio. Manca il cinismo ma sconto l’anagrafe. Maturerò il cinismo" (p. 396).
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