Il gergo della propaganda era qualcosa. Non c’è più gergo, come non c’era già ai tempi di Hugo, che ne piangeva la scomparsa, ridendo molto; e la propaganda ha dismesso la propria dannosa utilità. La propaganda è stata sostituita dalla propagazione. Essa è ovunque, è legione, è moltissimi. Perciò bisogna annoiarsi o soffrire. Perfino il sogno è divenuto cronaca quotidiana. L’idea stessa è forse l’ultima forma prima di una trasmutazione oltre la decenza e l’irritabilità più plausibile. Ci furono degli idoli di abbrutimento che servirono al gergo della propaganda. La propaganda fu la prostituzione dell’azione e per me e per la gioventù, gli intellettuali che fecero letteratura di propaganda furono cadaveri perduti per la forza della loro propria azione. Tuttavia c’è molto altro.
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