Concepting del nuovo libro a cui lavoro

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Appunti in corso sul nuovo libro. Agglutinare e strutturare. Secondarietà della lingua di superficie. Non forma. Transitorietà del meme. Abolizione del mito centrale. Nuvola e vaporizzazione, dove è acclusa la corporeità, la cosalità, la toccabilità. Scelta tra orrore e momento aureo. Esposizione dell’io come antilirica. Rinuncia al modulo epico e adozione di un modulo collettivo diffuso. Orizzontalità attraverso verticalità multiple: picchi isolati, che sembrano lirici e paiono perturbanti, ma sono soltanto momenti di intensità. Quale intensità? E’ l’intensità della domanda: “E dopo?”, che equivale alla domanda “Che cosa è adesso?”. Disrupzione. Futuro fuori dall’espressione attuale del futuro predeciso e fuori dalle modulazioni fantastiche del futuro secondo tradizione (letteratura utopica, fantasy, fantascienza, sociologia). Il presente come glitter e polvere secondo superficie: la superficie antinarrativa. Caleidoscopio contro diorama. Nemmeno ragionare, eppure dare struttura, per quanto lasca. Tramare contro fare trama. Immagini contro le immagini. Utilizzare la retorica dell’elencazione in modo antagonista all’elenco à la Hugo. Guardare a Kafka senza tentare minimamente di accostarlo o imitarlo, data la differenza di potenziali personali – uno sguardo continuo a Kafka nel mentre si allunga orizzontalmente la prosa e non la si sottopone alla coercizione della sua verticalità. Ignorare il multilinguismo. Ignorare la lunghezza, mantenendo la possibilità di un libro breve, nonostante l’addensamento iniziale di fatti, che è puramente immaginario.
Non fare ruotare tutto intorno alla Trista Figura in immagine, che potrebbe essere sostituita da un’immagine polarmente opposta.
La Trista Figura non sono io.


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