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Vorrei scrivere di una mia commozione, abbastanza potente. Questo giovedì, 16 giugno, alle ore 19.30, si tiene la seconda sessione di letture e interpretazioni poetiche alla Casa della Poesia di Milano, presso lo Spazio Formentini, curata da Milo De Angelis e Viviana Nicodemo. Tra versi di Giovanni Pascoli e di Franco Loi, di Salvatore Quasimodo e Pier Paolo Pasolini, accade incredibilmente che vengano lette tre mie poesie a tema paterno. Faccio qui un breve riferimento alla mia storia personale, per spiegare i motivi della potente commozione che mi prende per questo evento letterario. Mi sono formato con e nella poesia, sotto il grafema intimo e cognitivo di Antonio Porta, lavorando alla rivista “Poesia” di Nicola Crocetti, formandomi al fuoco del testo per molti e molti anni trascorsi accanto a Mario Benedetti. Mi sono precocemente convinto di una mia mediocrità poetica e, per pudore, ho smesso di tentare la pubblicazione di versi miei. Ho tuttavia continuato en privé lo studio e la scrittura di poesia. I riferimenti fondamentali, nelle prose che ho pubblicato, sono del resto di natura poetica. Non so più quanto Wallace Stevens o Eliot o Celan ho saccheggiato. L’ultima lettura pubblica di poesie l’ho effettuata più di un decennio fa, in una birreria milanese, insieme ad altri convocati da Mario Benedetti – una piccola manifestazione a carattere più affettivo che rappresentativo. Ora, dopo anni, mi trovo proprio accanto a Mario, che ritengo uno dei massimi poeti contemporanei, venendo trascelto dal poeta che più di chiunque altro è stato decisivo nella mia vita, cioè Milo De Angelis, di cui ho fatto carte false per essere, anche solo tangenzialmente, editore (ce l’ho fatta, ho realizzato questo minimo sogno personale, con la riedizione di “Millimetri” presso il Saggiatore). Per me è tutto emozionante, mi rende tremulo questo fatto, mi fa sentire bambino, per nulla solo e invece anche solo. Credo sia la massima restituzione simbolica che ho ricevuto in anni e anni di scrittura, anche se non è nulla di istituzionale, è una semplice lettura. Non ho in curriculum alcuna raccolta di poesie. Ho ripreso a pubblicarne su Facebook, saltuariamente. Sempre tangenziale, ma per me così denso di affettività, è il fatto che nell’immagine allestita per illustrare questa lettura c’è una mia foto di un decennio fa, accanto a una foto di un decennio fa di Mario Benedetti – sono colpito tanto, sono tanto grato. Grato a Milo De Angelis e Viviana Nicodemo. Magari in questi giorni, nel caso interessi, ripubblico i testi che sono stati scelti per questa interpretazione.