Giuseppe Pantò: “Chaturanga”

11148410_10153414100642232_8436628610206289520_nTramatura di logica spietata e umano caos, Chaturanga (Historica edizioni), il romanzo storico di Giuseppe Pantò è un esempio di letteratura affrontata per strutture combinatorie e serie di Fibonacci che stressano il genere. Di questo autore schivo e milanese, qualificazioni usualmente ossimoriche, mi pareva notevole Il cerchio del diavolo (romanzo edito per Rizzoli: http://bit.ly/1SbhwPo), per appassionante ricerca storica e abilità nell’incastro, capacità di controllo dell’arco narrativo e ficcante tempistica nell’inserire svolte sorprendenti. Questa pubblicazione, targata Historicaservizi Editoriali, è ugualmente appassionante: ogni capitolo, una mossa scacchistica, con l’intreccio che domina sullo stile e la possibilità di evadere dal mentalismo di tante operette comiche e paraletterarie che avanzano con saccenza l’ipotesi di essere suppostamente stilistiche. C’è Valerio Evangelisti che, da anni, ha svolto per tutti questo mestiere di pulizia e di apertura del fantastico che coincide con lo storico. Sul piano realmente linguistico è, a mio modestissimo parere, il romanziere Vittorio Giacopini, a portare avanti questo lavoro di critica fantastica alla percezione (o all’assenza di percezione) storica. La competenza compositiva e la capacità di trasformare la lettura in esperienza immersiva fanno di Giuseppe Pantò un autore su cui puntare, in questo mondo di devastazioni sottoculturali: si scrive anzitutto così, il romanzo; poi viene la poesia; poi la morte, che è vita.

La scheda editoriale
La leggenda legata alla nascita del gioco degli scacchi, il Chaturanga nell’India del VI secolo, nasconde un segreto e un enigma: la prima tavola costruita da un brahmino potrebbe rappresentare un tesoro inestimabile. Ma come è possibile attivare i poteri di quella scacchiera, in grado di donare ricchezza infinita a chi la possiede? Nel 1713, quando arriva in Sicilia Vittorio Amedeo di Savoia, si scatena una lotta tra due casati, quello del marchese di Serravalle e quello del principe della Grottiera, per la conquista della scacchiera del Chaturanga. La guerra, sulla scacchiera come nella vita, è forse destinata a non avere solo vincitori e solo vinti. A essere un gioco di riflessi illusori, in cui azione e casualità si mescolano senza soluzione di continuità, e a proseguire in eterno.

Schermata 2015-07-28 alle 19.24.07Giuseppe Pantò è giornalista dal 1991. Ha collaborato con diversi quotidiani e periodici (La Repubblica, Il Sole 24 Ore, Mondo Economico, Il Giornale di Sicilia) prevalentemente nel settore economia e finanza. Attualmente si occupa di comunicazione aziendale ed è caporedattore dell’area pubblicazioni e web dell’Università Bocconi. Il suo romanzo d’esordio, Il Cerchio del Diavolo (Rizzoli), ha vinto il premio Big Jump nel 2014, categoria Romanzo storico.


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