Elio Grasso su PULP Libri: “Yara. Il true crime” e l’ambigua continuità del male

Sul magazine letterario Pulp Libri, che continua la sua indispensabile avventura pluridecennale, il poeta e critico Elio Grasso (di cui consiglio il recente “Novecento ai confini”, edito da Campanotto), affrontando “Yara. Il true crime” (Bompiani) ha scritto un intervento che cumula prospettive critiche, dati storici e intuizioni in termini di poetica. Qui la versione integrale. Scrive tra l’altro: “Il procedimento di scrittura di Genna diventa la somma dei suoi materiali, una dimensione di realtà messa strato su strato un libro dopo l’altro, da ‘Catrame’ (1999) in poi, varcando il secolo, stracciando i tendaggi di un ‘tempo devastato e vile’. Walter Siti ha scritto che un autore forte ha nella visionarietà la sua condanna, e se mai come in questo libro il coinvolgimento visivo di Genna ha raggiunto l’acme, lui stesso confessa che si tratta di un ‘danno collaterale’ ma di cui ha bisogno perché nella forma bisogna essere coinvolti fino in fondo”. Nei commenti, il link alla versione integrale del bellissimo intervento di Elio Grasso.


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