“Yara. Il true crime”: una microcampagna ads su Twitter (o X)

Una volta tanto, per provare ed essere provato, ho deciso di creare da lunedì 8 gennaio fino a domenica una campagna ads dal mio account su un social network, che sarà Twitter. Oggetto della sponsorizzazione, davvero minima dal punto di vista economico, visto che pochissimo potevo permettermi, è il mio nuovo romanzo “Yara. Il true crime”, edito da Bompiani. Servirà a poco, immagino, dal punto di vista delle vendite. Servirà anche meno, ipotizzo, dal punto di vista della comunicazione d’immagine di uno scrittore, tutto sommato di nicchia, quale sono. Però ho a che fare con un libro – e non vi ho a che fare nel 1996 o nel 2019, ma ora, in questi giorni di sisma del mondo, di trasformazione veloce delle intelligenze, di emersione spettacolare delle indegnità. E cos’è un libro? A me interessa che in un libro collassi un universo e se ne aprano altri e si veda e si viva un mondo, attraverso la lingua che è immagine e ritmo e suono e idea ed emozione e struttura e respiro e impatto filosofico – ovverosia: vita. Quindi non mi interessa vendere porta a porta un testo, tantomeno un testo che ho scritto io. Mi domando però come sia possibile non cogliere adeguatamente che una percentuale consistente del mercato passi oggi per l’atto di autopubblicazione on line e cartacea di giovani scrittrici e scrittori (romantasy, facendo la crasi tra romance e fantasy), mentre lettrici e lettori rivoluzionano le modalità di scelta dei titoli del momento, che spesso sono titoli di molti momenti addietro, mutando del tutto perfino il senso stesso di esistenza di una libreria fisica. Perciò, per spirito di osservazione di una tipografia di nuovo tipo e di una distribuzione autonoma, che fa perno su entità di mercato tutt’altro che autonome, ho scelto di sponsorizzare per sette giorni il libro. Su Twitter, cioè X, come ha deciso di chiamare il social il suo più recente sfondatore, che è l’uomo bene e male e mole stante di una nuova editoria: l’editoria delle parole che emergono, random e a puntino, per parlare da se stesse a umani dalla doppia testa. Per chi frequenta Twitter, che è X, spero di non risultare disturbante. Sempre che io sia riuscito ad concludere correttamente la procedura e ad avviare la campagna, perché non sono un social media manager e si vede, nelle tassonomie di Musk è stato per me arduo capire fare e chissà riuscire.