Una poesia di Victor Hugo da “Les Contemplations”

Viviamo, parliamo, cielo, nuvole, sopra
la testa; amiamo i libri dei saggi antichi
e leggiamo Virgilio e leggiamo Dante;
amando andiamo
su pubbliche vetture, in amabili luoghi andiamo;
a scatti di risa ci uniamo, all’albergo, alla locanda.
Dallo sguardo di sfuggita di una donna che passa restiamo turbati.
Amiamo, riamati: è la felicità che i re non possiedono!
Canto di uccelli nei boschi.
A mattino ci si sveglia. Tutta una famiglia
vi abbraccia: madre, e figlia, sorella!
Pranziamo leggendo a mezz’occhio un quotidiano.
Ogni giorno insieme impastiamo pensieri sperare lavoro amore.
La vita si annuncia con passioni, ecco che arriva,
che agitano e c’è l’ammanco della sua parola
quando ci congiungiamo in lutto.
Decide il fato, per quanto possiamo impegnarci noi,
noi deboli e forti, e piccoli e grandi, ecco ci pare di essere
massa nella massa, anima nel turbine.
Tutto arriva e trapassa; ora lutto, ora festa.
Eccoci riuscire, respinti indietro, e lottare senza posa
e poi il vasto silente profondo della morte eccolo che giunge!
 
11 luglio 1846, di ritorno dal cimitero
Les Contemplations, poesia XI del libro IV.

***

On vit, on parle, on a le ciel et les nuages
Sur la tête ; on se plaît aux livres des vieux sages ;
On lit Virgile et Dante ; on va joyeusement
En voiture publique à quelque endroit charmant,
En riant aux éclats de l’auberge et du gîte ;
Le regard d’une femme en passant vous agite ;
On aime, on est aimé, bonheur qui manque aux rois !
On écoute le chant des oiseaux dans les bois ;
Le matin, on s’éveille, et toute une famille
Vous embrasse, une mère, une soeur, une fille !
On déjeune en lisant son journal. Tout le jour
On mêle à sa pensée espoir, travail, amour ;
La vie arrive avec ses passions troublées ;
On jette sa parole aux sombres assemblées ;
Devant le but qu’on veut et le sort qui vous prend,
On se sent faible et fort, on est petit et grand ;
On est flot dans la foule, âme dans la tempête ;
Tout vient et passe ; on est en deuil, on est en fête ;
On arrive, on recule, on lutte avec effort… —
Puis, le vaste et profond silence de la mort!

11 juillet 1846, en revenant du cimetière
Les Contemplations, poème XI du livre IV.


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