Ripropongo, in formato video (purtroppo con il brand iWisoft a mo’ di marchio di canale televisivo), una delle installazioni che tempo addietro realizzai in flash e in .exe. Si tratta dell’installazione che ruota intorno ai Sonetti a Orfeo di Rilke, nella traduzione Passigli (che io giudico la migliore italiana) a cura di Sabrina Mori Carmignani, su musica di Iannis Xenakis (Tà pòlla). Qui la versione originale: in html o in file eseguibile da scaricare (pesa 6.6M; dopo il download, doppio clic e parte l’installazione).
Qui di seguito, il video in formato .avi da YouTube, a più bassa risoluzione.
Per colpa di Philip Roth, questo sito non verrà aggiornato per una settimana. Prima di spiegarne i motivi, lascio la parola all’autore di Everyman, che parla proprio di questo romanzo. La seconda parte dell’intervista, a fine del post.
Il Miserabile Scrittore si immerge in fatiche: chiude una sopresa che apparirà in autunno e lavora come un matto per dare struttura e testo a un intervento (che diventerà un saggio) su Philip Roth in Everyman e Operazione Shylock, con correlazione all’impossibilità del romanzo tragico – intervento da tenersi all’Università di Siena nell’àmbito del seminario su “Traduzione e Trasposizione”, intitolato Tradurre la morte: Altante “Everyman”, durante il quale interverranno anche Donata Feroldi, Clelia Bettini, Marco Federici e Sabrina Mori Carmignani, (il 23/04 alle 15 e il 24 alle 9 e alle 15, presso l’Auditorium “S.Chiara”, in v. Valdimontone, 1 – p.t. – Siena).
Il saggio su tragico e impossibilità del romanzo a essere strumento del tragico è particolarmente impegnativo, perché tende a dimostrare come una determinata ma decisiva prospettiva sulla tragedia possa collocare la Poetica di Aristotele in una dimensione metafisica, utilizzando un apparente stilema immaginale e archetipico che, via via, trapassa nella tradizione letteraria occidentale, fino a inabissarsi nella tradizione del romanzo, che ne manifesta però i sintomi, pur allineandosi essa a una tipologia altra di tragico, la cui più esplicita formulazione ravvedo nelle premesse presacrali di Miguel de Unamuno. Il percorso da mettere su carta, oltre alle considerazioni teoriche e filologiche, fa scattare un arco voltaico che va da Everyman e Operazione Shylock di Roth alle Baccanti di Euripide, appoggiandosi in maniera critica o accogliendo le osservazioni a teorici quali Schlegel, Hegel, Vernant, Colli, Benjamin, Ricoeur, Lukács, Burke, Kerény, Walter Otto, Hadot, Bouchard, Frye, Goldmann e Brereton, oltre al già citato Unamuno e a William Storm col suo fondamentale After Dyonisus. L’intervento si apre, grazie a una segnalazione di Wu Ming 1, con una citazione sorprendente dall’introduzione di Stephen King al suo Blaze. Ne fuoriesce un’immagine di Philip Roth come autore melodrammatico che, pur tentando il tragico in Everyman, realizza un tragico elementale e novecentesco, cioè per nulla profondo, mentre a una lettura sintomale emergono brani che sfuggono palesemente al controllo dell’autore e sono la traccia di un tragico che si incarna nella tragedia classica e non può realizzarsi nel romanzo contemporaneo, a meno che questo genere non ripristini una retorica di ordine allegorico, secondo le indicazioni che compaiono nel Dramma barocco tedesco di Walter Benjamin. Il titolo dell’intervento e del saggio è: Everyman di Philip Roth: il tragico nel romanzo, contro il romanzo tragico.. Lo pubblicherò in Rete al ritorno dal seminario, per i Miserabili Lettori che possono esserne interessati. La pubblicazione, successivamente, in maniera innovativa, avverrà anche per via cartacea, insieme ai contributi degli altri relatori, in un Atlante Everyman, titolo di warburghiana ispirazione.
E’ impossibile compiere un cut-up dai Sonetti a Orfeo di Rilke: molti, troppi i percorsi, le accelerazioni strutturate, gli itinerari che portano là dove Rilke non c’è, non c’è più nulla. Questo Nulla, che in una celebre poesia Celan loda scrivendo che “lì è il Re”, è il principio sul quale fare perno per mutuare pochissimo dai versi di Rilke e costruirci sopra una slideshow. E tuttavia non è questo intento metafisico a spingermi a una simile operazione: è, piuttosto, un debito. Un debito che spontaneamente ho contratto nei confronti di Sabrina Mori Carmignani, che per Passigli ha pubblicato la migliore traduzione italiana dei Sonetti a Orfeo – una traduzione che mantiene in sé il movimento della lingua, ciò che è sottotraccia e preme per affiorare. Avrei dovuto, avendo tempo, affrontare la cosa in un saggio di comparatistica. Il tempo, però, mi manca, e io desidero ringraziare in qualche modo Sabrina Mori Carmignani per quest’opera fondamentale che è stata da lei compiuta sull’impossibile lingua rilkiana, che genera immediatamente quella celaniana. Mi limito freddamente a dare un esempio, con due semplici versi dal sonetto 5 nella Seconda parte, della differenza con altre traduzioni:
– dall’edizione Garzanti, traduzione di Rina Rosa Virgillitto: “Tu che il mattino dei prati all’anemone | vai dischiudendo, muscolo di fiore”
– dall’edizione Feltrinelli, traduzione di Franco Rella: “Muscolo di fiori, che all’anemone | l’alba dei prati dischiudi a poco a poco”
– dall’edizione Passigli, traduzione di Sabrina Mori Carmignani: “Muscolo floreale che agli anemoni | schiude a poco a poco il mattino dei prati”
Non sto a motivare per via stilistico-retorica il perché la terza traduzione sia nitidamente superiore rispetto alle due che la precedono: la lingua o la si sente oppure non la si sente.
Fatto sta che, anziché un saggio di comparatistica, ho deciso di utilizzare la traduzione di Sabrina Mori Carmignani per allestire un’installazione, che utilizza una colonna sonora da Iannis Xenakis (Pòlla tà dhìna – titolo che tradurrei con Omnipotenzialità) e immagini le più varie, da Rothko a Burri a Kounellis a Kiefer a tombe etrusche e palafitte e statue egizie, coagulando il discorso rilkiano in quanto fu fatto, per la regia di Federica Restani, nell’allestimento della Fabula Orphica da me scritta. Anche per l’installazione, valga quanto detto circa la lingua: o si sente il discorso senza parole oppure non lo si sente.
L’installazione è breve (poco più di 6 minuti). E’ disponibile per Mac e Pc in versione html, oppure solo per Pc se si scarica il file eseguibile (doppio clic sull’icona del file, una volta scaricatolo, e clic sulla freccina arancione obliqua in basso per visionare a schermo intero l’installazione).
Si consiglia il download a chi dispone di banda larga o di adsl.
• Installazione: da I SONETTI A ORFEO – versione html
• Installazione: da I SONETTI A ORFEO – file .exe [6.6M]