“Grande Madre Rossa” booktrailer

Prima che un’assurda forma virale non australiana, ma italianissima e fascistissima, mi prostrasse e continuasse a prostrarmi, rendendomi letteralmente Miserabile senza infingimenti, avevo preparato un booktrailer per l’edizione Segretissimo Mondadori di Grande Madre Rossa (euro 3.90; in edicola fino a fine mese). La miserabilità indotta al sottoscritto, che permane inalterata nel momento in cui debolmente sto digitando, ha fatto sì che ritardassi la messa on line. Ecco, dunque il trailer del libro. Sotto la finestra video, gli elementi da cui è composto:

– nelle immagini, un montaggio di stralci di filmati d’epoca sulla Baader-Meinhof, immagini dalla serie dedicata a Ulrike Meinhof e i suoi compagni di lotta armata da Gerhard Richter, foto di detenzione e morte degli appartenenti RAF, simulazione video e 3D di attentato a Milano, ricostruzione di un’esplosione nucleare in 3D, video di normale esistenza milanese, video dell’esplosione atomica nell’atollo di Bikini, distorsione video dell’impatto del primo Boeing contro la Torre Sud del WTC a New York l’11/9/2001, effetto video su foto del Palazzo di Giustizia a Milano, effetto video sul Miserabile Scrittore;
– la colonna sonora è costituita da un campionamento del loop iniziale di Al centro della fiamma dei Subsonica (dall’album L’eclisse), lettura del sottoscritto dall’incipit di Grande Madre Rossa, reprise del loop dai Subsonica;
– i testi a video sono gli exergo di Grande Madre Rossa e apoftegmi estranei al libro.

L’Acida Musa

noitaly.jpgL’estate di quest’anno, la rovinosa estate 2007, mi ha condotto a sperimentare premesse personali che poi ho visto, con allibimento, realizzarsi collettivamente, in accelerazione temporale pressoché insostenibile, nei mesi successivi. Il fallimento dell’estate 2007 è stato intimo, ma preludeva a un fallimento sociale – generalizzato. Ho goduto di pochi giorni pacifici. A dire il vero, nemmeno di quelli. In quelli è nata un’urgenza, ovverosia la scrittura totalmente libera da condizionamenti, di un libro che non è un romanzo, non è un insieme di racconti, non è una serie di installazioni, non è una struttura a capitoli di prosa poetica, non è un saggio – eppure è un libro, cioè è un oggetto interrogante. Il libro deve ancora concludersi, devo lavorarci sopra, manca il racconto definitivo, avrebbe da raccontare la cosa che il libro stesso continua a dilazionare, una cosa che non è una storia, ma è tutto il presente italiano, raggrumato in una bolla spaziotemporale inattesa ma scontata. Non dirò il titolo di questo libro (che non so neppure se mai pubblicherò e che nulla ha a che vedere col nuovo romanzo in uscita a gennaio per Mondaori e che sta per essere presentato a Francoforte, agli editori stranieri: il momento in cui svelerò la natura del soggetto, dopo tanti ragionamenti e pesanti cautele mostrate nell’officina allestita qui). Tuttavia, mi sembra opportuno pubblicare l’incipit (che si intitola, per l’appunto, L’Acida Musa): preso da sé solo può non significare nulla oppure, per qualche sguardo, può molto significare.
Eccolo.

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