Bresson: L’ARGENT

Un formidabile (nel senso integrale di temibile: in quanto schierato, senza compromessi) saggio di Signorelli da 'Cineformum' su Bresson e la sua macchina antitrascendentale: "I personaggi de 'L'argent' non sono vittime del denaro, ma interpreti del mercato; oggetti funzionali, non conoscono il dover essere. Il grande moralista Bresson li abbandona al rispecchiamento di un'essenza. Prodotti di alienazione, essi sono chiusi alla trascendenza, intesa anche solo come il progetto esistenziale della scelta..."

Su ‘l’Unità’ circa il film di Manuli: Kaspar Hauser è ancora sepolto

Sul capolavoro cinematografico di Davide Manuli, LA LEGGENDA DI KASPAR HAUSER: "Un teatro disumano, che sta tra Bene e Grotowski e Murnau, si disegna sotto i nostri occhi – dico dei pochi fortunati italiani che hanno potuto godere della visione e dell’ascolto di questo che non esito a definire il cinema italiano di questo decennio. La lucidità bianca e nera e grigia ed eterea della pellicola usata da Manuli impressiona. La colonna sonora di Vitalic, che satura le immagini e distrugge i dialoghi, esalta in realtà le interpretazioni di Gallo e di Gifuni (un prete cowboy che ciancia davanti a Kaspar Hauser dell’esistenza di un messia). Silvia Calderoni dei Motus, adrenalinica e autistica, è l’androgino Kaspar Hauser, il ragazzo venuto da fuori della civiltà..."

Un racconto: “Atti digradanti di violenza telescopica”

di GIUSEPPE GENNA [Questo racconto dedicato a Gilberto Squizzato è stato pubblicato nel 2003 all'interno dell'antologia Patrie impure, edita da Rizzoli] Atto primo: il contatto 2001, anno del contatto, fine agosto tempestosa, senza amore, solitario come sempre, la testa reclinata obliqua mentre l’acqua sfrigola nella gola, la bocca aperta come un cammello, osservando le crepature …