November 08, 2015 at 10:20AM

Trovarsi a Torino in un delirio impersonale, dove impazza esplode e riecheggia e si diffonde a onde nella mente e nei corpi il Club2Club, ovvero la crème dell’elettronica, che vale il viaggio e non impone il ritorno. Su tutti: l’incredibile Omar Souleyman venerdì e, ieri, nell’attonimento dei corpi allibiti e non trascesi, a poca distanza dall’idea centrale che domina con il capriccio, nel cuore della luce che vede se stessa, FilosofischeStilte e La Priest, tra gli altri. Una notazione su Omar Souleyman: non esiste nulla di più nuovo e renitente, sembra lo Scatman globale originato dal peggiore Medioriente di sempre, è sublime. Amiamo il suo volto di ulivo secolare e la sua spocchia indifferente all’umanità e ai palazzoni di Doha. Il suo incedere è alterità assoluta, è la profezia di una letteratura della deriva e dei fossili, è l’abolizione della scimmia antenata, è il vuoto delle verità presunte, dei drammi, degli isterismi. E’ apicale e poi si vede Milano. Poi, di mattino, con un rientro matto e disperatissimo, sotto il cielo indaco e metallico in un profumo di sintesi e ozoni, l’idea centrale è vaghe stelle e incombe, sempre incombe, impone servaggio e disappartenenza, compromissione e disastro. Così si vive, secondo leggi a cui non sono più adeguati gli anni e vive.

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