Un approccio all’esistenza: W.S. Burroughs

wsbToronto, 1987 – Eldon Garnet intervista William Burroughs (in 1960-1997 – The collected interviews of William Burroughs, a cura di Sylvère Lotringer, Semiotex(te)).

Come vorresti morire?

Non è plausibile una simile decisione, poiché, se io o tu potessimo decidere come morire, non moriremmo. La morte deve presentarsi nella forma di un riconoscimento nella sorpresa, è l’ultima cosa che ti aspetti di esperire ed è la più appropriata. E’ ciò a cui alludo scrivendo: un riconoscimento nella sorpresa.

C’è qualche momento della tua giovinezza di cui hai nostalgia?

Tutto il contrario, mi guardo indietro con assoluto orrore. E’ stato terribile, non ho altro da dire. Tutto stracolmo di errori, stupidità, ipocrisia. Ci vuole molto tempo per avere una vaga idea di quanto stai facendo.

Ti senti ora più giovane di quando lo eri?

Se consideri la possibilità che il futuro sia contenuto nel momento presente, forse sforzarsi di essere attenti e realmente consapevoli di questo può darti la sensazione, sì, di essere più giovane.

Coltivi un certo tipo di misticismo?

Assolutamente sì. Ho compiuto determinate esperienze.

Sotto l’influenza della droga o per tua “chimica” personale?

Senza il supporto di alcuna droga. Si è sempre trattato di porre un’estrema attenzione alle intuizioni.

Il sesso non è più parte della tua vita?

Ciò non esercita più alcun interesse su di me. Ritengo che il rapporto amoroso sessuale, per come volgarmente inteso, richieda un certo grado di autoinganno a cui in generale si potrebbe opportunamente ricorrere più vantaggiosamente.

Esiste un sostituto del sesso?

L’unico sostituto è l’attenzione, ciò che fai – visto con attenzione.

Burroughs: evoluzione umana, spazio cosmico, mutazione, corpo di sogno. La poetica inevitabile.

William-S-Burroughs-w-gundi WILLIAM BURROUGHS

Avanzo l’ipotesi teorica che noi umani non siamo stati disegnati biologicamente per rimanere nell’attuale stato, non più di quanto un millepiedi sia stato progettato per rimanere un millepiedi. La specie umana è in uno stato di neotenia. Si tratta di un termine proprio della biologia, che descrive un organo predisposto in quella che ordinariamente viene considerata una fase larvale o di transizione. E’ qualcosa di estremamente importante: l’evoluzione consiste in un processo monodirezionale – una volta che sono state perdute le branchie, esse non verranno più riacquisite. Qualunque cosa significhi che un mutamento è in atto, vale il fatto che esso è irreversibile. Ora, se solo si considerano questi passi di un percorso evolutivo, si ha la sensazione che la creatura che lo subisce venga quasi ingannata. Per esempio, per quanto concerne il pesce, una volta che scompaiono le branchie esso ha comunque compiuto un passo involontario, privo di intenzionalità. Non dico che sia un passo in avanti, ma si tratta comunque di un passo evolutivo – cercando l’acqua, il pesce ha trovato l’aria. Forse il prossimo passo che la specie umana compirà verrà effettuato in modo analogo. L’uomo astronauta non sta attualmente cercando lo spazio, sta invece tentando di ripetere i medesimi comportamenti per un arco di tempo più lungo. Il programma spaziale consiste semplicemente in un tentativo di trasportare i nostri insolubili problemi, nella loro totalità, in un luogo differente dal pianeta terrestre. Tuttavia, allo stesso modo dell’entità ittica che arriva a camminare, cercando per lungo tempo, l’umano potrebbe trovare lo spazio anziché ciò che si attende, e scoprire che non c’è modo di tornare allo stadio evolutivo precedente. Un simile salto nel percorso evolutivo implica mutamenti che risultano virtualmente impensabili dal nostro attuale punto di osservazione. L’odierno programma spaziale assomiglia a un pesce in un acquario: esso ha tutto ciò che gli necessita. Se personalmente ritengo che comunque uscire dal pianeta segni un successo dalle tremende implicazioni, è vero che esistono molteplici fattori da considerare. Uno dei più importanti dei quali è il peso. L’umanoide pesa in media 77 kg. Attualmente devono incapsulare un intero ambiente e trasportare l’ambiente, in cui il corpo fisico vive, insieme al peso del corpo stesso. Disponiamo di una modalità estremamente più leggera, cioè il corpo astrale, detto anche corpo di sogno. Si tratta di un modello che ci fornisce un indizio in grado di mutare l’intero scenario. Ricerche recenti hanno evidenziato che i sogni sono a tutti gli effetti una necessità biologica. E’ possibile affermare quando un animale o un umano sono in stato di sogno, rilevando le frequenze cerebrali.
I sogni costituiscono una connessione vitale al nostro destino biologico e spirituale nello spazio cosmico.
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