di Giuseppe Genna
[Apparso su “L’Europeo”, luglio 2008]
Il racconto nell’impaginato de L’Europeo in pdf [1.1M]
Giuseppe Genna sta scrivendo un romanzo (che non coincide con il prossimo che pubblicherà…), dal titolo Il cannibale, a partire da questo racconto, ispirato a un fatto reale di cronaca nera, su cui è stata spesa oscenità e morbosità a intensità apicale, come testimonia il video qui sotto riprodotto.
Il racconto, sotto l’immagine di Armin Meiwes:
E’ un marzo freddo a Rotenburg. E’ sera e l’etere è denso e scuro, più densa e scura è l’acqua del fiume Fulda, sulla quale si affacciano villette monofamiliari in stile tirolese. Quando splende il sole, la vegetazione è lussuriosa e gli abitanti si danno a un ciclismo allegro, questo paese dell’Assia al centro preciso della Germania irradia una gioia discreta di vivere. Irradia la tranquillità che si può godere dopo gli sterminii nazisti.
E’ il 9 marzo 2001. E’ marzo, e non aprile, il più crudele dei mesi. La primavera si fa sentire con la violenza dei suoi germogli e le carni umane si intridono di ormoni. La chimica ha i suoi imprevisti effetti. Il regno umano sul pianeta è intriso di chimica dagli esiti ambigui, e si può riassumere in due attività: mangiare e procreare. Su queste due apparentemente banali attività, che hanno creato una civiltà barocca sempre più tesa all’annullamento di sé e del pianeta su cui è evoluta, si è costruita l’intera tradizione filosofica e letteraria dell’occidente. Molti buchi neri ha questa tradizione umanistica. Uno, per esempio, si apre a Rotenburg, proprio in questo 9 marzo di inizio millennio – il giorno in cui i cattolici festeggiano San Fracesco, l’illuminato che si denudò di tutto e ammansì il lupo che non lo divorò. Continua a leggere “Saremo una sola carne”