Si ricomincia dalla poesia. Il giorno successivo alla fine, che è quello stesso dell’inizio successivo, si ricomincia dalla poesia. Non c’è aria e non c’è febbre: non c’è narrazione. Non c’è età. La poesia non ha età: è sempre bimba vecchissima. La poesia del giorno dopo, il giorno della fine, dice una poesia e questa farà i nuovi libri, le antiche libagioni ritornano promulgando editti di altra specie. La poesia di quel giorno dice molto
della superficie delle cose
I
Nella mia stanza il mondo è al di là della mia capacità di capire;
ma quando cammino vedo che consiste di tre o quattro colline e una nuvola.
II
Dal mio balcone scruto l’aria gialla,
leggo ciò che ho scritto:
“La primavera è una bella che si sveste”.
III
L’albero d’oro è blu.
Il cantante s’è alzato il mantello sul capo.
La luna è nelle pieghe del mantello.