Oggi mi è stata fatta la domanda: “Genna, come ti senti?” e era difficile rispondere. Passano mesi, so sempre di meno rispondere. Dovrei impegnare fatica contro la fatica stessa e dire quanto non si saprebbe dire, andare contro la direzione padre, usare la minaccia, utilizzare la preghiera, abusare delle parole di Paul Celan per asserire che io mi sento:
come parole insepolte
randagie,
nella giurisdizione di mete
raggiunte e di steli e di culle.
E poi abbandonare la resistenza a quel grande poeta padre e lasciarlo parlare, lui che dice:
LO CAVALCAVA LA NOTTE, era tornato in sé,
la camicia da orfano era il vessillo,
più nessuno sbandamento ormai,
lo si montava a forza –
E’, è come
se stessero nel ligustro
le arance,
come se costui, cavalcato così, null’altro
indossasse se non la sua
prima,
segnata da voglie,
chiazzata di segreti,
pelle.
(Paul Celan, da “Coazione di luce” – immagine Peter Anderson da “Collaborative effects | Stone dress performance” di Piero Gilardi)