Ieri in libreria mi trovo di fronte a un nuovo “Moby Dick”: lo ha tradotto per Einaudi il più grande interprete vivente di angloamericana, Ottavio Fatica. E dunque abbiamo finalmente e davvero “Moby Dick” ad altezza d’uomo. Nessuna versione del capolavoro di Melville regge il confronto. Complimenti e gratitudine all’editore e a questo meraviglioso traduttore:
«In ciò, a me sembra, è dato ravvisare la rara virtù di una forte vitalità individuale e la rara virtù di muri spessi e la rara virtù di un interno spazioso. Oh, uomo!, ammira e prendi a modello la balena! Resta caldo anche tu frammezzo il ghiaccio. Vivi anche tu nel mondo senza essere del mondo. Sii fresco all’Equatore; al Polo mantieni fluido il sangue. Come la grande cupola di San Pietro e come la grande balena conserva, oh, uomo!, in tutte le stagioni una temperatura tua.
Com’è facile e com’è inutile insegnare queste belle cose! Quanto pochi gli edifici dalla cupola come quella di San Pietro! Quanto poche le creature immense come la balena!»
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