Che il filosofo Maurizio Ferraris, ovvero uno dei migliori filosofi italiani contemporanei, arrivi a scrivere per Repubblica che “i sentimenti sono autentici”, a proposito di una webserie dove due si incontrano con i videogiochi, non dice nulla dello stato di Maurizio Ferraris, ma dice molto sullo stato della filosofia. Quale filosofia? Quella di sempre. La filosofia occidentale è da sempre e per sempre questa cosa, quando non è l’esercizio metafisico. Può arrivare Montesquieu o può arrivare De Sade o anche il Deleuze miscompreso metafisicamente, ma sarà unicamente una supersociologia o una politica (cioè una supersociologia) o storia (cioè una supersociologia) o, al massimo, come nel caso di Heidegger, un filosofo che detesto, una futurologia azzeccata (cioè una supersociologia). La filosofia occidentale è piatta. Essa si identifica con il fenomeno: anche quando ritiene di avere identificato una causa o una catena causale, è un superfenomeno che ha identificato. Ci crede, vi si identifica, vi si appassione, prescinde dalla passione – varia, diverge, svaria. Sta lì in quel cerchio piccolino. Ritiene il mondo. Lo trattiene. Espone i caratteri. Tutta sintomi e ragionamento sui sintomi, è schiava di un efficientismo aberrante, di un mercantilismo a priori, che produce il mondo o reputa di produrlo, e culmina inevitabilmente nell’epitome della filosofia occidentale stessa, che è Hitler. E’ questo il punto in cui smette di esistere la filosofia occidentale, anche se non lo comprende e continua, ancora per un po’, sempre per un po’, in una stanchezza sfinita e che, se inizialmente sfinisce (sfinì, per esempio, me), dopo nemmeno più sfinisce. Il suo finire non è nemmeno sfinire, il che sarebbe una interpretazione tipica del moto di sopravvivenza con cui la filosofia occidentale è sopravvissuta per qualche secolo: essa proprio finisce. Ecco: è finita. Nell’indifferenza di questa fine, si può cogliere l’occasione di osservare che la filosofia, la quale non coincide quasi in nulla con la filosofia occidentale, non viene toccata e continua intatta nel suo nitore, apparentemente impraticabile, realmente da praticarsi. Mettiti lì e pensa, quindi smetti di pensare: chi e o cosa sei e chi sta vedendo dentro? Ecco tutta la filosofia, cioè la produzione effettiva di universi in seno all’essere, questa cosa che siamo senza accorgerci che è vera, enorme attenzione, vuoto, pieno, ma: vero.
In questo e da questo vanamente ho tentato e tento di inscrivere l’attività letteraria che posso.