Gloria a Massimo Bocchiola, poeta e traduttore (anche) di Pynchon

Mentre proseguo nella lettura di Contro il giorno di Thomas Pynchon, stupendomi parecchio per i giudizi stroncanti o sminuitivi che ne hanno dato amici miei e gran parte della critica letteraria americana (si tratta di un testo capitale, a mio parere), mi è necessario formulare un ringraziamento e un elogio: a Massimo Bocchiola, traduttore del …

I vent’anni dall’apparente scomparsa di Antonio Porta

Come già segnalato, è disponibile in tutte le librerie la raccolta di Tutte le poesie (1956-1989) di Antonio Porta, edito da Garzanti nella prestigiosa collana degli Elefanti Poesia [qui la cover]. Tale pubblicazione avviene a vent'anni dalla scomparsa del corpo fisico di Antonio Porta: il 12 aprile del 1989. Non si ingaggiano qui categorie religiose …

Umano ed ultraumano: Porta e Celan

Sebbene non sia questa la sede per un raffronto tra prospettive di sguardo e di immagine emergenti in Antonio Porta e in Paul Celan, poeti apparentemente molto distanti per lingua e temi e ritmi, mi permetto di commentare brevemente, in maniera volutamente sintetica e orientata, due loro poesie in parallelo: da Week End di Porta …

Donata Feroldi: Per la critica.

La mia amica D., in tempi non sospetti, ha scritto questo: Nel Salon del 1848, Charles Baudelaire scriveva: “la critica, perché sia giusta, dunque perché possa avere la sua ragion d’essere, dev’essere parziale, appassionata, politica, vale a dire fatta da un punto di vista esclusivo ma che apra il massimo di orizzonte”. Aprire il massimo …

Congedo di un lettore devastato e vile

Sul numero 49 della rivista Atelier, che inaugura il suo tredicesimo anno di vita, il codirettore Marco Merlin, poeta (sotto lo pseudonimo di Andrea Temporelli ha pubblicato per la collana bianca di Einaudi Il cielo di Marte), mi indirizza una lettera aperta, di critica e di congedo in quanto mio lettore. Ho chiesto a Merlin …

René Char: ‘Pienamente’

Quando le nostre ossa ebbero toccato terra, Crollandoci giù per il volto, Amor mio, nulla fu finito. Un amore fresco giunse in un grido A rianimarci e a riprenderci. E se l'ardore s'era ammutolito, La cosa che continuava, Opposta alla vita morente, All'infinito s'elaborava. Ciò che avevamo visto galleggiare Fianco fianco al dolore Era là …

Philip Levine: ‘Cos’è il lavoro’

Facciamo una lunga fila nella pioggia alla Ford Highland Park. Per un lavoro. Sai cos'è un lavoro - se sei grande abbastanza per leggere qui sai com'è lavorare, anche se magari non lo fai. Ma lasciamo perdere te. Questa roba parla di gente che aspetta, passando da una gamba all'altra. Di quando senti una pioggia …

Una poesia di Andrea Zanzotto

Là sul ponte   Là sul ponte di san Fedele dove la sera abbonda di freddo fieno e dove la pioggia raccoglie tutte le sue vele madide c’è da ieri una fanciulla bionda che ha un nome come una corona e che ha perduto per sempre una mano per salutare una rosa. Sulle rive oscure …

Chlebnikov, l’onda luce transmentale

Quando stanno morendo Quando stanno morendo, i cavalli respirano, quando stanno morendo, le erbe intristiscono, quando stanno morendo, i soli si spengono, quando stanno morendo, gli uomini cantano. I contemporanei lo chiamavano “il genio”. Lo paragonavano all’autore del “Canto della schiera di Igor”. Lo chiamavano “Velimir”, “il padrone del mondo”, nome d’arte, e tanti erano …

Speciale Beppe Salvia

Ci sono davvero, nella storia della letteratura italiana, alcuni grandi che meritano un riconoscimento assoluto, che attualmente è loro negato. Tra questi, Beppe Salvia: forse il migliore tra i poeti italiani cresciuti editorialmente negli anni Settanta e, con tutta probabilità, destinato a giganteggiare in questo povero presente. Il che non è, poiché Beppe Salvia morì …

Sororale

Bentornati a tutt*! La Centraal Station del Miserabile Scrittore ricomincia con un'installazione testuale, immaginale e sonora estremamente privata ed esposta in pubblico. L'innesco è dovuto a un'idiosincrasia che vale la pena raccontare. Mi càpita di esplorare sensitivi e sciamani da anni. Vado per supposti operatori dalle facoltà che esorbitano le normali come potrei andare per …

Introduzione a Paul Celan

di Giuseppe Bevilacqua A Parigi Celan prende alloggio nelle vicinanze della Sorbona, in una stanzina (per altro con balcone) all’ultimo piano di un modesto albergo: per quasi cinque anni il suo umile indirizzo sarà: Hôtel d’Orléans (più tardi Hôtel de Sully), 31 rue des Écoles. Si iscrive all’università scegliendo germanistica e scienze del linguaggio, e …