Concordando con Tommaso Pincio: Berlinguer & dintorni

Scrive Tommaso Pincio una cosa che pensavo, precisa precisa, stamattina alle 8 leggendo il “Corriere”: “Ieri sera, mentre cenavo, ho visto comparire sullo schermo televisivo il volto… (inserite voi l’aggettivo che più preferite) di Walter Veltroni. Lo intervistava un giornalista di RaiNews perché ora il buon vecchio Walter, trascorsa la sua esaltante stagione politica e dopo aver scritto libro che non ho letto ma dei quali si è detto un gran bene, si è dato anche al cinema. Pare che questo suo primo film (dico primo perché mi sento di profetizzare che ne arriveranno altri) si apre con una sequenza nella quale giovani studenti dimostrano di non sapere chi fosse Berlinguer. L’intervistatore gli ha chiesto conto proprio di questo: del fatto che i giovani sappiano tanto poco, per non dire nulla, della nostra storia recente. Con bonarietà democristiana Veltroni ha in sostanza risposto che nulla è cambiato in questo senso; che probabilmente neppure lui a diciotto anni avrebbe saputo dare una risposta corretta su un importante leader politico vissuto nella generazione precedente. Furbescamente ha però evitato di far nomi. Furbescamente perché ai tempi della sua gioventù Togliatti avrebbe potuto stare al passato come Berlinguer sta al presente, ed è a dir poco inverosimile che il Veltroni giovane non sapesse di nulla di Togliatti. Ma il Veltroni giovane faceva politica da quando aveva quattordici anni, si dirà, mentre i ragazzi intervistati non sono che studenti ignavi di un tempo ormai disimpegnato. Il fatto è però che anch’io sapevo chi era Togliatti e lo sapevo nonostante fossi politicamente ignavo e i tempi avessero già imboccato la via di quel che allora si chiamava riflusso. E lo sapevano tutti i ragazzi che frequentavo, nessuno dei quali era impegnato politicamente, essendo noi più interessati ai supereroi della Marvel che ai destini della nazione. Si dirà che l’aria era diversa, che certe cose si finiva per saperle anche volere. Può darsi. Ma se è così, se il mondo e quel che persone sanno del mondo sono cambiati, se sono veri i dati del rapporto Nielsen sulla lettura (e sono veri), liquidare con tanta bonarietà il problema come ha fatto Veltroni è indegno di un politico progressista, di un intellettuale, di uno scrittore, di un cineasta agli esordi, di qualunque cosa si ritenga oggi Veltroni. Ma dài, era solo una battuta, si dirà. No, non era solo battuta. È l’atteggiamento che ci ha portato alla condizione cui oggi ci troviamo.”
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