Non è che mi ci voglia molto a vivere bene: a vivere avvertendo un senso, intendo. Sono reduce da un incontro di due con un editore, che peraltro è anche il mio editore, e sono contento. Lo scambio di visioni, la dialettica, l’importanza di certi piani che si scopre condividere, la prospettiva sul futuro e la trasformazione in corso (di forme, strutture, lingua, narrazioni, categorie scientifiche) è esperienza davvero rara, che a me fornisce vita vivente. Di essere scrittore e intellettuale mi fregherebbe zero, se non mi esponesse a simili occasioni e, va detto, fatta salva l’incredibile fortuna dell’incontro con certe persone al Saggiatore, negli ultimi anni mi è capitato quasi nulla, quanto a incontri del genere. Si va dunque avanti.