Una poesia rivoltosa

Schermata 2016-02-14 alle 10.56.27

«SU SU SU I PREZZI VANNO SU PRENDIAMOCI LA ROBA E NON PAGHIAMO PIÙ»
Una poesia rivoltosa

Ovunque fosse una massa medica di rivoltosi
visi in un’ombra non qualunque di face in face e torce all’aria
fumigando come nei campi tra botri e bō
e forconi a protesta vecchi di ruggini a cento e cento
mila facce (fatte di cuoio cattivo, bitorzoli, ceffi) e niffi
fino a dove si spegne la Via Volumena
a centinaia, corpi, un orizzonte, anziani
senza, imbambolati, bambini, ché sono belli
e di innocenza fatti di stelle distanti tra freddo e freddo
prima di primavera, forse alla Merla,
tambureggiando, ritte le falci, fienaie, e tallone e codolo
poggiati là
a foraggiatura
e ripresele
alla bisogna
della ribalta
la notte santa
della rivolta,
andiamo, compagni, cancella
la luna l’astro nero di notte che va
sconosciutamente contro i padroni della mente
contro i padroni noi
estrarremo da loro – corpi commedie derrate –
dal loro utero estraiamo del potere il vecchio bambino e andiamo.

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