“Questa propensione al rischio. La mia vera natura, selvatica, iridescente.
Io sono l’arcaico cacciatore che all’alba uscì a sventrare velocissime gazzelle, tenendo lontani dalle sue piste i pardi pericolosi. E ritornai a sera nella puzza della spelonca, dividemmo il pasto con i cuccioli, crudo, nel buio ci addormentammo e sognammo i demoni dai volti deformati, colorati di vernice rossa, con le pupille gialle.
Mangiavamo dolcissimi tapiri…”
(cit. io ne “L’anno luce”, Saggiatore, 2005)