L’infinitudine del nuovo tempo sempre attuale riduce in cenere qualunque canone, qualunque memoria e non esiste adattamento, bensì immersione: le grammatiche stanno per mutare definitivamente. Non è possibile alcuna storia, scrittura, assegnazione, memoria che risieda nello stato adattivo. Noi saremo l’ultima generazione a essere morta precocemente. Chi non comprende questo è nel regime della professione a vuoto. Ciò sia detto per quanto concerne la vita quotidiana e l’attaccamento all’identità storica, poiché la prospettiva unica perenne è comunque l’atto metafisico.
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