Che cosa sia l’umano alle soglie del suo trascendimento fisico, e quindi psichico ma non metafisico, lo dice questa immagine, anche. Qui io vedo occidente oggi – ed è il motivo per cui ho deciso di affondare la scrittura di “La vita umana sul pianeta Terra” (Mondadori) nel personaggio vuoto che è costui, cioè Anders Behring Breivik, il massacratore norvegese che si rese responsabile degli attentati di Oslo e della strage sull’isola di Utøya nel 2011. E’ ricomparso in tribunale, sempre in quell’aula, sempre con quello sguardo, sempre con quel braccio, teso però stavolta in altro saluto: direttamente il nazista. Qui io ravvedo tutta la migrazione umana occidentale che stiamo vivendo da dopo Hitler, soprattutto in tempi di accelerazione che si percepisce di giorno in giorno. Le macchine erano arrivate prima, da sempre, non sono quelle che avete in mente stiano per arrivare. Ritengo “La vita umana sul pianeta Terra”, a conti fatti, il mio libro più riuscito, in ogni senso, e, insieme al libro “Hitler”, quello che proprio non avrei dovuto e voluto scrivere.