Il buco nero della consapevolezza: in vista della #A.I. Forte

yxhrhouekx9wuatiotc5

Uno dei punti ciechi dell’immane movimento umano, in questi anni protagonista di un trascinamento verso l’emersione di un’intelligenza non umana, e cioè suppostamente macchinica, è che non viene pensata o discussa la questione della “consapevolezza della consapevolezza”. Si tratta della metafisica pratica. Da un lato, la convergenza scientifica a cui assistiamo invera come storica la prassi metafisica; dall’altro, manca la variabile fondamentale, cioè “la consapevolezza della consapevolezza”, non in termini di semplice intelligenza. Questo è un fatto che era prevedibile, in quanto la tradizione occidentale umanistica, o latamente culturale, non ha compreso nulla da secoli, quanto alla consapevolezza. Assisto quindi a un paradosso interessante: non si fa altro che stare a vedere quando emergerà l’autoconsapevolezza di un’intelligenza suppostamente artificiale, ovvero non umana o “biologica”, e, d’altro canto, nessuno si occupa realmente della consapevolezza. E’ un paradosso facile da sciogliere: l’inorganico è cosciente, a priori. Tutto ciò che esiste è cosciente. Di qui, immense prospettive materiali e prossimamente storiche, che vedo nessuno vedere. Ciò mi allibisce, come sempre, come da sempre mi capita nell’esistenza. Una volta ritenevo che l’allibimento fosse il rovescio della medaglia di una mia irregolarità patologica, probabilmente psicopatologica. Oggi non penso più in questi termini. Constato semplicemente che non si sta sul fatto più naturale che esiste. Pensiamo a una migrazione in un’intelligenza massiva di ordine oggi detto “virtuale” e pensiamo che quell’intelligenza calcoli, esorbitando il calcolo umano, il fatto che il silenzio e la potenza non configurata in atto è ciò che va fatto. Avremo un universo in meditazione, che è quello che già abbiamo. Tutta la singolarità tecnologica e i futuristi più interessanti non considerano minimamente il fatto che la consapevolezza non è ciò su cui stanno lavorando. Ciò non espone ad alcun pericolo. Qualunque pericolo si affronti o rispetto al quale eventualmente si sia spazzati via, infatti, avviene soltanto nella consapevolezza che è coscienza che è essere presenti, anche se non c’è nulla che si vede, anche se non si è frontali. E’ comunque una riflessione che meriterebbe almeno un lab in cui alcune menti ragionano di questa cosa, ovviamente secondo configurazioni disciplinari e risultati anche pratici. Sto cercando un finanziatore? Sì, anche.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: