Il discorso è molto semplice, anche se un minimo si dovrebbe fare lo sforzo di comprendere i termini con cui funziona la nostra democrazia, che è parlamentare. La legislatura non si piega alle polaroid che vengono scattate mentre essa avviene e snoda i processi di discussione nel parlamento, che è un organo sovrano del popolo sovrano. Non si comprende, quindi, l’insistenza in merito alla formazione di un governo “di scopo”, “di transizione”, “del Presidente”, “di transizione”. Un eventuale governo, alternativo a quello balneare gialloverde (balneare nel senso che stavano sulla spiaggia a guardare le persone annegare), deve avere il coraggio di definirsi per ciò che è: un governo politico. In queste ore si manifesta palese la fragilità grottesca di Matteo Salvini, la cui scommessa politica è tutta steroidea o, se è in linea con il sentiment, lo è secondo la logica delle polaroid. La politica non è questa forzatura immatura e degna delle peggiori dittature latinoamericane. Va dato atto a Grillo e Renzi, ovvero due persone che non stimo, di tentare in questo momento di fare politica. Secondo me le clausole di salvaguardia e la legge di stabilità non coprono l’ampiezza di una manovra politica che è indubitabilmente tale: è politica ed è l’unica manovra possibile, se si sta nel quadro di una legislatura, che copre al massimo un arco quinquennale. E’ vero che il ragionamento politico si inceppa nel momento in cui i gruppi parlamentari non sono compatti o risultano riottosi a un accordo che, in ogni caso, è di carattere politico. Il passaggio storico che ci troviamo a vivere, a mio davvero modesto parere e immodesto sentire, è la crisi governativa più drammatica da Tangentopoli in poi. L’architrave del pensamento, sempre a mio modesto parere e immodesto sentire, è la cruciale elezione del successore dell’attuale Presidente, nel 2022. Ritengo che sia da scongiurare in ogni modo un’elezione di comodo da parte di un parlamento ridotto a duma, per evitare il rischio che, per la prima volta nella storia repubblicana, l’arbitro sia un giocatore in campo (Bagnai o Tremonti al Quirinale sarebbero questa cosa). Delle strategie da applicarsi in queste ore, nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi (perché questo è il tempo della democrazia: la Costituzione è una modulazione di tempo), posso discettare in privato o in pubblico, ma mi pare che sia imprescindibile agire politicamente, trattare politicamente: compiere la navigazione, che in Platone si definiva “seconda”.