E’ appena uscita l’opera prima poetica di Gisella, mia sorella. Si intitola “Quarta stella” ed è edita da InternoPoesia. Non avrebbe alcun senso che un famigliare si mettesse a discettare criticamente e infatti non lo faccio. Mi lascio andare invece a qualche impressionismo, più giustificato dal fatto che dalla poesia vengo e alla poesia tornerò. La scrittura di Gisella mi interessa per la capacità di slogare l’immagine, di concedere un fiato barbaro al verso (a volte composito, come quello formato dai due settenari “Sono nata un venerdì, giorno pari dell’inverno”) e di utilizzare assonanze sorde che hanno un precedente in certa tradizione lombarda. Una sintesi per rattrappimento che scatta in folgorazioni, spesso lessicali, dà un’impressione di chirurgia poetica, di essenzialità efficace e gnomica. Mi sembra che gli echi di questo lavoro rimandino a movenze di Sereni, di Raboni, giù giù fino a Riccardi. Per me è un’espreienza emotiva, oltre che conoscitiva: sono, in pratica, molto orgoglioso. Spero che il libro interessi e piaccia!