“La vita umana sul pianeta Terra”: il board Pinterest

PinterestE’ on line un board Pinterest interamente dedicato al romanzo “La vita umana sul pianeta Terra”. Verrà arricchito continuamente nel corso di questi mesi, fino all’estate. E’ possibile visionare nella colonna qui a destra, sotto le icone dei social, una piccola finestra che riporta gli ultimi aggiornamenti caricati su Pinterest. Qui sotto, la medesima finestra in un altro formato:

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Il testo introduttivo a “La vita umana sul pianeta Terra”

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Ecco l’aletta che Antonio Franchini, il direttore della narrativa Mondadori, mi ha fatto l’onore di scrivere a introdurre “La vita umana sul pianeta Terra”, il nuovo romanzo in uscita il 6 maggio per l’amata Strade Blu. Potrebbe sembrare un testo d’apparato e invece è per me la più folgorante e unitaria interpretazione di tutti i titoli che ho pubblicato, di tutto il mio percorso letterario. Per questo ne sono così felice. Ecco il testo:

“Un uomo nero attraversa queste pagine e ne è il protagonista, al tempo stesso schiacciante ed evanescente. Il suo nome è Anders Behring Breivik. Incarnazione ennesima e depotenziata del Male Assoluto, degenerazione contemporanea, rigida e contraffatta, di qualche remota saga nordica, filtrata dall’inespressività 2.0, l’autore della strage di Oslo e di Utøya nel luglio del 2011 è persona fisica e simbolo. Giuseppe Genna lo ha ascoltato, letto, seguito, studiato e provocatoriamente incrociato con gli elementi sparsi di una propria autobiografia che modifica radicalmente i protocolli della autofiction praticati all’epoca di ‘Assalto a un tempo devastato e vile’ e di ‘Dies Irae’. Il risultato è un’opera che fonde narrativa, lamento funebre e lacerti di un poema epico popolato di figure reali e di spettri. ‘La vita umana sul pianeta Terra’ rappresenta il punto di arrivo di una ricerca letteraria ed esistenziale che ha in ‘Hitler’ il suo primo tempo. Attraversando affermazioni e teorie deliranti, enigmatiche o di trasparenza assoluta, il lettore è colui al quale tocca ricomporre un puzzle di vita quotidiana e orrore, un disegno nitido e sfocato a seconda di come, di quando lo si guarda, a seconda dell’animo con cui lo si interroga.”

2014: l’anno luce dello scrittore Genna

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Piccolo spazio pubblicità. Ecco l’anno luce dello scrittore Genna: come si articola e come si propone. A maggio 2014, per la collana Strade Blu di Mondadori, esce il nuovo romanzo, “La vita umana sul pianeta Terra”. Intorno alla stessa data viene pubblicata l’edizione Oscar Mondadori del “Dies Irae”, da tempo fuori catalogo. Intorno a settembre dovrebbe essere disponibile la versione tascabile minimum fax di “Italia de profundis”, titolo attualmente introvabile. E’ stato sottoscritto il contratto per la riedizione Oscar di “Non toccare la pelle del drago”, che verrà intitolato secondo quanto originariamente era: si chiamerà “Gotha” e verranno inseriti tre piccoli capitoli inediti (rimarrà come sottotitolo il titolo attuale, perché lettrici e lettori non riacquistino il libro, se già ce l’hanno). Sono stati firmati contratti per le edizioni Oscar di “Grande madre rossa” (attualmente introvabile) e “Le teste”. Sono stati depositati i contratti per l’edizione e-book Mondadori di “Catrame”, “Nel nome di Ishmael” e “Hitler”. Ringrazio tantissimo Mondadori e Luigi Sponzilli, che dirige gli Oscar, per questa opportunità: i libri passati ritornano disponibili, la backlist è viva – so bene che è un impegno non da poco per una casa editrice, in questi anni. Parimenti ringrazio molto, davvero molto, il mio agente Piergiorgio Nicolazzini di PNLA, per essere riuscito in un’impresa che giudicavo impossibile.

“True detective” e il nuovo libro

Ho finito le bozze e mi sono accorto che, in un capitolo scritto in stile giornalistico (si tratta di una cronaca abbastanza peculiare) avevo aperto una parentesi, ipotizzando la costruzione di un thriller a partire dai fatti criminali di cui andavo appunto scrivendo. Si tratta, in questa veloce parentesi, della trama abbozzata di un romanzo nel romanzo, praticamente identico a “True detective” per personaggi temi e strutture. Non è una parentesi lunga e me ne ero totalmente scordato. “La vita umana sul pianeta Terra” è stato consegnato a Mondadori a inizio gennaio 2014, quel capitolo era stato scritto ad agosto 2013. Leggerlo nelle bozze mi ha turbato. Anche il fatto che io abbia scansato a priori, e abbastanza sdegnosamente, la possibilità di narrare “alla” “True detective” mi ha turbato. Per annichilire il turbamento, mi dedico a un riassunto per video del serial tv più artistico a cui abbia mai assistito, “True detective” appunto. Serve anche a supportare un piccolo lavoro che, con un amico scrittore, sto per realizzare intorno alla serie…

Miserabile audiointervista a RadioAlt. Una testa è una testa è una testa…

Ascolta l’intervista di RadioAlt a Giuseppe Genna

radioaltGuido Lopez indaga. All’Idroscalo viene rinvenuta la testa di una ragazza, e le feste natalizie sognate, accarezzate, agognate dall’ispettore, improvvisamente non esistono più. Eppure già Scerbanenco ci aveva avvisati, molto tempo fa: i milanesi ammazzano al sabato. Ma nel libro di Genna c’è anche una sconfessione della letteratura di genere. Con Le teste Genna scrive forse l’ultimo capitolo delle storie dedicate a Guido Lopez, ispettore milanese che i lettori avevano conosciuto con i precedenti Nel nome di Ishmael e Non toccare la pelle del drago. Il fatto che Lopez sia milanese, e che a Milano svolga le sue indagini, non è secondario: perché Genna compone coi suoi thriller un ritratto vivido, puntuale e disperato della sua città, e lo fa grazie a una lingua precisa, ricchissima. Nell’enigma che si addensa attorno ad un grandguignolesco ritrovamento, filtrano temi cari a Genna: intrighi, il complotto, la longa manus della politica che si stende rapace, aggressiva sulla vita dei cittadini di cui pretende di tutelare ordine e benessere.
Dopo Italia de profundis prosegue la ricognizione di uno scrittore dotato sulle miserie e sul degrado del suo Paese.
[Intervista di Matteo Baldi. Edizione Massimo Villa per RadioAlt]

Uno dei livelli metaforici de “Le teste”: le morti bianche

teste_mediumLa decapitazione è un atto che ha assunto plurime stratificazioni culturali, di ordine simbolico. Resta il fatto che essa è, e letteralmente, decapitazione. E l’accadimento avviene a livelli ugualmente plurimi – per esempio, implicitamente politici. Come nel caso delle “morti bianche”. Proprio questo è uno dei piani che, nel libro Le teste, risultano impliciti o espliciti, a seconda dello sguardo che legge (già nel racconto La morte vuota avevo tentato un avvicinamento narrativo alla questione, per me centrale).
Quest’atto tragico si verifica continuamente nella storia umana. Per esempio, ieri, in Italia. Ecco la terribile notizia, la quale comporta anch’essa una lettura di tanti impliciti, in primis che cosa sia oggi il lavoro umano.
Continua a leggere “Uno dei livelli metaforici de “Le teste”: le morti bianche”

Da oggi in libreria lo pseudothriller del Miserabile: “Le teste”

Il Corriere della Sera su Le teste

Al per me insostenibile prezzo di 18€, è da oggi disponibile in libreria, per i tipi Mondadori della collana Strade Blu, il libro Le teste, a firma del sottoscritto. Sulla portata del prezzo, due righe: non dipende dall’autore questa decisione, che mi pare irrispettosa nei confronti dei lettori, i quali non stanno acquistando, che so?, 1024 pagine rilegate di Antonio Moresco (25€ per i Canti del caos, ma di capolavoro si tratta, ed è ben giusto che non sia collocato in collana “popolare”, così come si pagano 20€ per il libro di Mazzantini, che sta in collana prestigiosa e non popolare, e quindi deve essere anch’esso un capolavoro, come testimonia il fatto che recentemente è stato insignito del Campiello) o anche il romanzo Hitler (20€, con carta di livello e rilegatura, per 624 pagine). Io, essendo un lettore, sono anche stufo di prezzi tali. Purtroppo, per Le teste, non è affatto garantita un’eventuale uscita economica negli Oscar Mondadori, e quindi va considerata, al momento, questa edizione come la migliore delle possibili. Non ho reperito sconti nelle librerie on-line. Il libro si può acquistare qui.
Sotto, la copertina, che non c’entra nulla coi temi e neanche con le atmosfere del libro. Più sotto ancora, la bella e significativa quarta di copertina, che colloca il libro alle giuste latitudini di comprensione.

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Il Miserabile e Le teste sul Corriere della Sera: “Odio Lopez perché non telefona alla mamma”

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Il Corriere della Sera su Le teste [pdf]

Incontri – L’autocritica dell’autore mentre arriva in libreria il thriller «Le teste», quasi un congedo
«Caro ispettore Lopez, ti odio»
Genna è stanco del suo eroe: non conclude niente, non ha profondità
di RANIERI POLESE
[dal Corriere della Sera, 21.9.2009]

In un dicembre freddo shocking con tanta neve gri­gia in città, sotto il ghiaccio che sigilla l’Idroscalo di Mila­no viene trovato il corpo di un pensionato. Accanto al cadavere, i sommozzatori raccolgono un sac­co di plastica: dentro c’è la testa decapitata di una ragazza bionda. Parte così Le teste (Mondadori), la nuova (ultima?) indagine del­­l’ispettore Guido Lopez (in libre­ria da domani), poliziotto in servi­zio effettivo dal 1999 quando ap­parve nel primo romanzo di Giu­seppe Genna, Catrame , e da lì ha proseguito per altri quattro titoli. «Lo odio — dice Genna —. E non è solo l’insofferenza per il perso­naggio, quella che alla fine prova­va Simenon per Maigret. Odio Lo­pez, il suo non saper mai conclu­dere niente. È una figura senza profondità, non telefona mai alla mamma, non ha una fidanzata. Non si sa com’è fatto, non viene mai descritto. Serve al meccani­smo seriale del thriller, che io pe­rò voglio mettere in crisi. Da noi non c’è uno scrittore come Ellroy, non ci sono fiction tv come ’24’ o ‘Lost’, c’è Don Matteo».
Strana, ma nemmen troppo, questa dichiarazione di odio per il personaggio che lui stesso, Gen­na, ha creato. Infatti, romanzi co­me Nel nome di Ishmael o Non toc­care la pelle del drago non sono e non debbono essere considerati thriller convenzionali (detective in caccia del killer), c’entra sem­pre la storia più grande, dalla mor­te di Enrico Mattei alle stragi più recenti. Il ruolo principale, così, fi­nisce per essere quello dei Servizi, delle «strutture parallele», di tra­me e intrecci dal forte sapore di complotto. Anche ne Le teste , via via che le ricerche sull’identità della donna procedono, mentre dal pas­sato emergono altri casi di vittime decollate, ci si accorge che dietro traspare un altro disegno molto più inquietante, con addirittura un riferimento al filmato diffuso su Internet della decapitazione di Nick Berg, per mano di al-Zar­qawi, nel maggio 2004.
«La testa trovata nell’acqua ap­partiene ai miei ricordi di bambi­no — racconta Genna —. Avevo 11 anni, i genitori avevano portato me e mia sorella al mare, a Lido Adriano, vicino a Ravenna. Siamo sulla spiaggia, due ragazzi tede­schi stanno uscendo dall’acqua con un sacchetto di plastica trova­to sotto le rocce di un moletto. Lo aprono e ne esce una testa di don­na. Per anni, tutte le notti ho avu­to l’incubo di vedere uscire quella testa dall’acqua del water». E an­che il libro riporta quell’episodio, un antico delitto, vittima una pro­stituta, in cui potrebbe essere im­plicato proprio il pensionato trova­to morto all’Idroscalo. «Per que­sto romanzo ho usato degli inter­mezzi, in corsivo. La tradizione del thriller Usa più dozzinale pro­pone sempre questo stratagem­ma, dando spazio alla voce del fol­le, del serial killer, che è ovviamen­te più avanti dell’investigatore. Ma qui, in Le teste, di chi è quella voce? Dell’assassino, o dello stesso auto­re che continua a girare intorno a quell’antico orrore?».
La città che fa da scenario e coprotagonista in questo freddo delirio, Milano, è una città a degrado avanzato, che continua a voler credere alle sue leggende (Genna dedica una pagina al mito della Mi­lano anni ’50, i poeti e gli artisti del Giamaica) e non vuole percepi­re la reale situazione di un agglo­merato urbano che non funziona più («quando ci fu la grande nevi­cata, per avere i sacchetti di sale ci si dovette rivolgere a Torino»), do­ve le aiuole e i parchi sono ridotti a sterpaglia. «Ma anche la mente dei suoi abitanti è un groviglio di sterpi: negli ultimi tre anni il con­sumo degli psicofarmaci è più che raddoppiato». Milano come avan­guardia dell’Italia. «Di un Paese che dalla caduta del Muro ha per­so ogni interesse strategico, è sci­volato nella periferia di un impero che non ne vuol più sapere, guar­da altrove. Ma politici e governan­ti fanno come se tutto ancora si te­nesse insieme».
E i servizi deviati, le strutture parallele? C’è un complotto, così come ce ne sono stati tanti nella nostra storia recente? «Il complot­to si iscriveva in un protocollo pa­ranoico che è andato in pezzi. Pen­sare che dietro quanto accadeva c’era un Grande Vecchio, un Pote­re occulto, questo serviva per da­re coerenza al racconto. E serviva anche a ciascuno di noi, per rac­contarci una plausibile spiegazio­ne. Questo paradigma oggi non vale più. Siamo passati a quello che si chiama stress post-trauma­tico, l’emergenza psichica nume­ro uno dei nostri tempi. Si perce­piscono frammenti, pezzi di un’esperienza traumatica, che pe­rò non riusciamo più a cogliere nella sua interezza. Così non sia­mo più in grado di elaborare il lut­to, restiamo sospesi in un limbo che somiglia all’inferno. E forse lo è».
In guerra con il suo personag­gio (ma quando ha visto che nella nuova «Squadra» televisiva c’è un ispettore Lopez, un po’ si è secca­to), in scadenza di contratto («Que­sto è il mio ultimo libro Mondado­ri »), Genna torna a lavorare sul suo work in progress, Assalto a un tempo devastato e vile , magma in espansione di saggistica e narrati­va, analisi e delirio, epopea crude­le delle periferie che un tempo sta­vano ai margini delle città, e che oggi ormai le hanno conquistate. Questo zibaldone di fatti e pensie­ri, dopo essere uscito da Pequod e poi da Mondadori, vedrà una terza edizione aumentata da Minimum Fax, primavera 2010. Intanto, dal suo monumentale Hitler è stata tratta un’opera musicata da Filip­po Del Corno, che ha debuttato nel Festival MiTo. E di Lopez, del suo ispettore ripetitivo, vuoto, seriale, bisognerà cominciare a fare a me­no? «Chi sa, senza anticipare nien­te su come finisce il romanzo, sto già pensando a una ripresa. Para­dossale, all’altezza del tempo deva­stato e vile che ci è dato vivere».