Dies Irae recensito su Max

di GIOVANNA ZUCCONI
[da Max]

Dentro ci sono 25 anni di storia italiana da Vermicino a oggi, e soprattutto c’è l’idea che soltanto il romanzo possa scuotere dal torpore dei giorni che scorrono e dare un senso alla storia, svelarne gli omissis, far risaltare le coincidenze. Per dirne una: Giuseppe Genna è nato precisamente mentre esplodeva la bomba di piazza Fontana (vero o falso? non importa), sarebbe dunque predestinato a maneggiare orrori e misteri.


Per dirne un’altra: mentre l’Italia intera si commuoveva per Alfredino prigioniero nel pozzo, la tele-emozione collettiva distoglieva da un paio di fatterelli non irrilevanti – contemporaneamente venivano scoperte le liste della P2, e i B.B. (Berlusconi Brothers) iniziavano a costruire Milano 3 e lanciavano la tv privata.
E così, fra tragedie e torbidume e ottundimento, per manipolazione dell’immaginario o forse per il normale corso della storia, l’Italia è diventata quello che è. Vero o falso? Non importa, un romanzo crea la propria verità.
Per chi ha letto Underworld di Don DeLillo: Vermicino è come la palla da baseball del fenomenale inizio, è l’immagine che illumina e deflagra. Per chi non l’ha letto: non importa, basta trovare il contrario di “intimismo” e leggere.

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