Ho visto la prima puntata di “True detective”, l’incipit della seconda stagione. Ecco cosa ne penso. Mi piacerebbe chiedere a Nick Pizzolatto se, inserendo le vicende, che immagino essere una vicenda unica, in un sobborgo di Los Angeles dal nome latino (Vinci), non abbia avuto in mente la El Monte dove è cresciuto orrendamente James Ellroy, bimbo sovrappeso a cui la polizia fece una foto incredibile, quando gli comunicò il ritrovamento del cadavere di sua mamma, assassinata. In effetti la struttura narrativa è al momento mutuata proprio da Ellroy: tre o quattro vicende intrecciate, ma non si capisce inizialmente come e perché, mentre l’attaccamento ai personaggi da parte dello spettatore si gioca su ossessioni personali molto semplici (traumi, condizioni esistenziali). Da Ellroy si mutua, mi pare, anche la presenza di porno ed esoterismo da quattro soldi, che sono una cifra effettiva della California allestita e raccontata dall’autore de “Il sangue è randagio”. La sigla è stupenda. La colonna sonora è stupenda. L’interpretazione di Colin Farrell mi ha molto sorpreso, pensavo che l’attore non fosse adatto e dal teaser avevo desunto un’imitazione parodistica del Rust della prima serie. Il momento più forte, da cui si desume che è davvero TD, si colloca nella visione di un ologramma con una donna che fa il bagno in una piscina colma di latte: non si capisce cosa sia, impressiona. La regia non è di Fukunaga e si sente, fa maniera della cifra visiva che ha reso la prima stagione di “True detective” un’opera d’arte. Si va da un “Gilgamesh” a un Dostoevskij: coralità, genere, movimento corale. Dall’assoluto della natura più che matrigna, si è di colpo urbani. Al momento è insostenibile la presenza dell’attore che impersona l’agente della stradale, e anche è intollerabile il personaggio medesimo, ma è presto per affermare alcunché. Non avendo assistito a quell’opera d’arte che è stata la stagione prima di “True detective”, avrei detto di essermi trovato ad assistere alla migliore serie di genere nero. Osservando cosa è piovuto dalla prima, orrenda puntata di “Breaking bad”, starei davvero cauto. Non vedo l’ora che sia trasmessa la seconda puntata, certamente non come contavo i giorni che mancavano all’emissione di quella Louisiana dello spirito un anno fa. https://www.youtube.com/watch?v=LHA6Ek3vQQ8