Su Le parole e le cose Andrea Lombardi sta effettuando un’inchiesta sull’utilizzo dei social network da parte degli scrittori. Sono state poste anche a me alcune domande e queste sono le mie risposte, che sono riassumbili in questo tratto:
“Con Facebook mi sono convinto presto che si trattava dell’impossibilità di intensificare l’immaginario collettivo e, piuttosto, si aveva a che fare con un protocollo che segnalava la polverizzazione dell’immaginario in una inconsistenza nebulare, che al limite avrebbe potuto coincidere con l’effettività di un tempo di tipo diverso, in cui non aveva più senso, almeno per me, tenere presente l’immaginario collettivo come àmbito del lavoro politico, culturale, comunicativo”.
Ringrazio LPELC e Andrea per questa iniziativa e per la convocazione, che mi onora.