Il tempo redento
Più vasta orma stampare
voleva tredicenne chinando
il capo sul capo
del padre, chino, con il sondino nasogastrico:
“Più vasta mi ferisce la fronte una bellezza
azzardando lo sguardo oltre l’olmo
e la boreale al padiglione Granelli
è è di te e della colonia Mennen
e le mille aure e i momenti silenti
di dì in dì ad andare a fare male
a se stessi e alla gentrificazione
futura: fu un’avventura, vero?, tra me e te?”
al che rispose la figlia in forma di ombra velata
scostando i paramenti del futuro apparsa
onda di lamento, fantasia ai campi
d’onda: “Voi non siete
se non un tempo leggere e abbandonare
come teste di vati.
Senza ricordare, bianca forma a me cara tanto,
so che tempo è schianto e stare
in un lievissimo trapassare
disunitamente stare”
e dicendo svaniva
e nell’amorosa giornata allieta
trascolorare, disunitamente, andare
fine, feconda, vita, gemma
vertiginosamente.