La mandorla a cui allude Paul Celan, in questa poesia tratta da La rosa di nessuno, è un elemento decorativo romanico, gotico e bizantino-ortodosso, di forma ogivale, utilizzato per dare risalto alla figura sacra rappresentata al suo interno, nella tradizione orientale spesso pittato a lapislazzulo. Usata nell’affresco o nell’arte musiva, per raffigurare, di solito, il Creatore o il Cristo o la Madonna in maestà, spesso attorniati all’esterno della mandorla da altri soggetti sacri. La sovrasignificazione di Mandorla è data, nella poesia di Celan, anche dal richiamo effettuato attraverso l’originale tedesco per “mandorla”, cioè “Mandel”, che rimanda al poeta Mandel’stam. A ciò si aggiunga l’allusione a un precedente testo di Celan, apparso in Papavero e memoria, in cui, oltre alla dialettica tra i due occhi che si guardano e l’occhio che si chiude, la chiusa suona “Conta me tra le mandorle”.
Mandorla
In der Mandel – was steht in der Mandel? Im Nichts – wer steht da? Der König. Und dein Aug – wohin steht dein Auge? Dein Aug steht der Mandel entgegen. |
Mandorla
Nella mandorla – cosa sta nella mandorla? Nel nulla – chi sta? Il re. Ricciolo ebreo, non diventare grigio. E il tuo occhio – per dove sta il tuo occhio? Ricciolo d’uomo, non diventare grigio. |