“YARA. Il true crime”: l’incipit


Sono io quello sbagliato, lo scrittore sbagliato, l’uomo sbagliato per la migliore delle ragazze, la persona sbagliata nel momento sbagliato nel luogo sbagliato, nato nel giorno sbagliato dell’anno sbagliato al secondo sbagliato, sotto il segno sbagliato nella casa zodiacale maledetta, l’ascendente sbagliato, concepito dai genitori sbagliati in un’epoca sbagliata alle soglie di un’era nuova e tremenda, e ho preso la strada sbagliata, portato a scelte sbagliate da tendenze scorrette, usando le tecniche sbagliate con metodi imprecisi, sbagliato il padre, sbagliata la madre, sbagliati la sorella e i fratelli, sbagliata la geografia di ogni mossa e di ogni passo, le cronologie sbagliate, ogni minuto secondo fatale e sbagliato, ogni immagine uno sbaglio, ogni articolo di giornale infedele, video imprecisi con i colori falsati, sbagliando a cercare la sagoma giusta, e non trovandola per sbagli ripetuti e successivi, lo spettro sbagliato del fantasma sbagliato, c’è qualcosa di sbagliato in me a livello chimico, a livello genetico, sbaglio tutto da sempre, una vita sbagliata, tradimenti e morti a ripetizione fino alla morte più acuta e sbagliata, la morte unica che ci induce in errore, sbagliamo a vivere qui, a lavorare qui, a fornicare qui, il paese sbagliato nella valle sbagliata, poniamo le domande sbagliate alle persone sbagliate, sbagliando i fatti, ricevendo false risposte, per compilare la pagina sbagliata del libro meno opportuno…