Da un monologo inedito: L’incestuata

"Incestuata" -- preso a prestito da Fiorenza Drago LUI – C’è chi ti vede, c’è chi ti osserva, c’è chi svela seppellito in te, dietro la tua nuca, all’altezza del rachide, piccolo osso nocciolo che altri, restandone vittime
Chi ti ama.
Tutto io l’ho compiuto per natura prestabilita.
Atreide mosso dalla sorte univoca della specie.
Non la volontà, ma l’incapacità di amore sono il pianto in cui disciolgo il mio corpo minato, forato.
Perdonami la dolcezza di sere intatte, il prov

VOCE DI ENTRAMBI – Ho pronunciato le parole. Questo è il mio corpo nero donato a te per il sacrificio tuo. Questo è il mio sangue versato in me per il piacere mio.
Non ho mai avuto parole per te, erano simulazioni. Ingravidata, te ne sei allontanata.

[lei rientra nel buio; riesce vestita di bianco]

LEI – Vittima fuggita.
Pietra scheggiata.
Sutura scollata.
Sposa tradita prima di esserlo.
Uomo, pietra di luna.
Uomo, macelleria beata.
Uomo, crosta divelta.
Uomo, farfalla negra.
Uomo, ulcera aperta.
Uomo, crepa deserta.
Uomo, oltranza.
Uomo, oltraggio.

Io, vittima, sono fuggita, le tue catene intatte, non viste e non sapute, e nemmeno io le sapevo, stressavano i cordami e i tendini miei, superavano la Manica. Creduta libera, trainata da te.
In ogni volto, il tuo volto.
In ogni amore, l’odio tuo.
Intrisa.
Imbevuta.
Gioello nascosto in scrigno sepolto in Sahara distanti.
Psiche senza amore, psiche controllata da non visibili funi, non infranta per tenere la finzione.

Rivoluzione.
Meditazione.
Padre che muore.

[dal monologo inedito OPERA ATMA – L’incestuata]